Missioni Consolata - Marzo 2019

MARZO2019 MC 57 Nella sezione maschile, che po- trebbe ospitare massimo 3mila detenuti, ce ne sono 5.400. I dor- mitori sono un’accozzaglia di spranghe di ferro - i letti - mala- mente saldate una all’altra. I pri- gionieri più anziani si trovano in una camerata dove i letti a ca- stello non superano i due piani. C’è anche una camerata riservata agli stranieri, in buona parte occi- dentali. Il carcere maschile di Davao è di- viso in tre sezioni separate una dall’altra da una rete di ferro rico- perta di filo spinato. Nella prima, chiamata Inmate Minimum , i de- tenuti indossano una maglietta marrone e scontano pene sotto i dodici anni; nella seconda, Inmate Medium , magliette blu e pene dai dodici ai ventidue anni; nella terza, Inmate Maximum , indu- menti colore arancione e pene dai ventidue anni all’ergastolo. In quest’ultima sono rinchiusi quasi esclusivamente tossicodipendenti e spacciatori. Le giornate sono scandite da un programma denso. Sveglia alle 4:30; ginnastica con tracce pop e dance, doccia, colazione a base di riso e uova, lavanderia, attività fa- coltative come artigianato e corsi di teologia. I detenuti con la ma- glietta marrone possono andare a lavorare, retribuiti, nella fattoria penale. Poi pranzo, pomeriggio li- bero durante il quale è possibile continuare con le proprie attività, i corsi letterari, guardare la Tv o giocare a biliardo e a pallacane- stro, andare a messa in chiese im- provvisate o a pregare alla mo- schea e infine la cena. Le luci si spengono alle 21:30 in punto. La voce dei relcusi Incontriamo alcuni detenuti: «Il mio vicino di casa aveva allestito nel suo appartamento un piccolo laboratorio per la produzione di shaboo . Una sera, durante una re- tata, mi trovavo sul pianerottolo. Gli agenti arrestarono anche me credendomi un suo collabora- tore». Quando accadde il fattac- cio, Brian aveva 23 anni. Oggi ne ha 38. Il giudice lo ha condannato all’ergastolo. Persone nel posto sbagliato al momento sbagliato, scambi di persona, errori giudiziari nella classificazione delle prove. Già da prima dell’arrivo di Duterte, la po- litica della «tolleranza zero» nei confronti delle droghe era in voga. Ufficialmente il suo governo non ha fatto altro che inasprire le leggi e mostrare i muscoli attra- verso le retate della polizia. «Vi rendete conto che sono qui per due maledettissimi grammi di shaboo ? Forse ci dovrò passare tutta la vita. Non sono un dro- gato, volevo solo provare una cosa nuova». Ronald ha appena 22 anni. Virgilio, 56 anni, dovrà invece scontare una condanna di vent’anni per tentato omicidio. «Un anno fa ho provato ad am- mazzare mio nipote perché era di- ventato il disonore della famiglia. Si drogava e vendeva shaboo ». Eric, 47 anni, ha stuprato una mi- norenne. È accaduto quasi due anni fa. «Sono pentito», è l’unica frase che si sente di dire. Dovrà ri- manere dietro le sbarre sedici anni. Le sentenze per il tentato omici- dio e lo stupro sono molto meno severe di quelle per la tossicodi- pendenza e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Poco importa se i quantitativi di droga siano bassis- simi. Tocchi lo shaboo e, se non vieni giustiziato, finisci al fresco per oltre vent’anni o fino all’ul- timo dei tuoi giorni, a discrezione del giudice. Ciò che più sorprende, parlando con i detenuti, è che quasi nes- suno si lamenta del sovraffolla- mento del carcere. In molti la- mentano l’ingiustizia per la con- danna ricevuta - quasi il 70 per cento dei prigionieri si trova qui per reati connessi alla droga - ma tutti sembrano sopportare senza eccessive rimostranze una vita tanto congestionata. «Certo - spiega Arthuro, 61 anni, un ex professore di liceo, mentre gioca con un cucciolo di cane di- venuto la mascotte del suo dormi- torio - non è piacevole vivere così. Alla radio ho sentito che il con- gresso sta votando un disegno di legge per stanziare 3 miliardi di pesos l’anno (quasi 50 milioni di euro), per cinque anni, affinché vengano migliorati e ampliati gli istituti penitenziari esistenti. Ma io penso che siano altri i problemi. Ad esempio le visite. Sono per- messe tutti i giorni, ma molti di noi provengono da altre località, da altre isole e i nostri parenti e amici devono sopportare alti costi per raggiungerci. Io vengo da lon- MC A

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=