Missioni Consolata - Marzo 2019

dualistiche il valore del lavoro, ma in base alla qua- lità della tecnologia e al livello di cooperazione; il paese dell’educazione secondo i principi confuciani, non della religione trascendentale. In Cina le uni- versità si inseriscono nella normalità delle strade, davanti ai parchi, nei pressi degli enormi parcheggi dei supermercati, come parte dell’habitat urbano: 34 sono i campus cinesi che si posizionano tra le prime 500 università al mondo per qualità di certi- ficazioni e rapporto laurea-occupazione. È il paese dove la società matriarcale delle etnie Moso e Na non solo sopravvive tra lo Yunnan e il Si- chuan 8 , ma vive serenamente come depositaria di tradizioni. Qui la donna è legittima ereditaria di tutti i beni di famiglia. È una società, in queste due regioni della Cina, nella quale la Natura è intesa al Ai Tian, l’ebreo A i Tian ( 艾田 ) , mandarino di Kaifeng. Poco si conosce di questo funzionario amministrativo dell’Impero Ce- leste. Era ebreo e il suo compito era di verificare l’i- dentità monoteista di Matteo Ricci, la sua non apparte- nenza agli «adoratori della Croce» (*) , una setta che aveva sostenuto l’invasione mongola nei secoli precedenti. L’in- contro istituzionale fu un dialogo fra persone e la fiducia che ne sortì permise a Ricci di ottenere la stanzialità come missionario straniero nell’Impero. Fu Ai Tian, fu lui che av- visò il padre missionario gesuita della presenza degli ebrei a Kaifeng, nello Henan. Nei suoi appunti Matteo Ricci lo de- scrisse così: «Un giudeo di Natione e professione» che avrebbe dovuto verificare qual era la legge di provenienza di Li Madou. Ai Tian non si dovette augurare l’appartenenza di Ricci alla legge del popolo invasore. Piuttosto, dal suo primo incontro, si convinse che questo missionario scien- ziato venuto da lontano doveva proprio essere della stessa legge mosaica. Quando - era il 1605 - Ai Tian fece visita a Matteo Ricci, nella capitale che era stata trasferita a Pechino almeno tre- cento anni prima anche a causa dell’invasione dei Jurchen, gli disse che a Kaifeng c’erano degli «adoratori della Croce». Il segno della Croce proteggeva i bambini, benedi- ceva le bevande e il cibo. Un rito di protezione diffuso so- prattutto nel Sichuan e nel Sud della Cina. Furono i Jurchen, i Mongoli che invasero Kaifeng e che avevano conosciuto il cristianesimo di Nestorio, a portare il culto degli adoratori della Croce. La storia di Ai Tian - funzionario sconosciuto, mai citato nei libri di storia occidentale - è raccontata nel Prologo di « Mandarins, Jews and Missionaries - The Jewish expe- rience in the Chinese empire » di Michael Pollak, con i con- tributi di Timoteus Pokora (Repubblica Ceca) e di René Goldman (Canada). Vi.P. (*) Il loro culto è il cristianesimo nestoriano. I Nestoriani cre- dono che Gesù Cristo sia due persone; credono che Maria sia solo Madre della Persona Cristo ( Christotókos ), negano che sia Madre del Figlio di Dio ( Theotókos ). Tale religione era pertanto «straniera» per i cinesi altrettanto quanto l’ebraismo e l’islam. Tuttavia gli adoratori della Croce furono avvertiti con timore perché furono i Mongoli a trasportare dalla Persia il culto nesto- riano. Il pericolo di un ritorno degli invasori mongoli non era sparito durante i Ming. Da non dimenticare che, quando in Cina c'erano i Mongoli della dinastia Yuan (1264- 1368), il papa tentò più volte di usarli per un'alleanza con i crociati e vincere sui mu- sulmani. Senza risultato. Matteo Ricci, il gesuita M atteo Ricci ( 利玛窦 = Li Madou) nacque nel 1552 a Macerata. Iniziò la scuola dei gesuiti all’età di nove anni. I primi cristiani ad arrivare in Cina furono i ne- storiani che, tra il 365-980 d.C., avevano fondato alcune co- munità. Poi arrivarono i francescani dal 1245 -1368, periodo in cui la Cina subì l’invasione dei Tartari. Non restano però tracce significative di questi passaggi. La Compagnia di Gesù fece il suo primo ingresso in Cina nel 1552, con il suo fonda- tore, Francesco Saverio. Ricci iniziò il suo viaggio nel 1598 verso Pechino ma non vi ar- rivò subito. Rimase a Nanchino fino al 1601. Fu in quell’anno che venne invitato a Pechino, alla corte dell’imperatore Wanli, dinastia Ming. Matteo Ricci non entrò in Cina con un visto a scopo missio- nario. Sin dall’inizio comprese che, per introdurre il cristiane- femminile e dove non esiste una parola per la vio- lenza di genere. Le donne godono di particolari di- ritti nella sfera sentimentale, sono svincolate dagli obblighi del matrimonio, vengono valorizzate come madri e sono guida della società; anche durante la politica del figlio unico che imponeva per legge l’a- borto soprattutto nel caso di figlie femmine. Ad oggi la Cina è la più grande produttrice di giochi online, ma anche il primo paese che sta studiando un sistema per limitare ad 1-2 ore l’uso-abuso di vi- deogiochi per minori. È il paese che sta tentando una coesistenza imprenditoriale con l’acerrimo ne- mico, il Giappone. A ottobre 2018 la visita ufficiale di Shinzo Abe nella Repubblica Popolare, dopo quasi tredici anni, ha evidenziato che l’interdipen- denza commerciale e di impresa fra i due paesi è di

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