Missioni Consolata - Marzo 2019

l’annosa questione delle nomine episcopali delle circa 150 diocesi cinesi e sana la situazione di sette vescovi non ancora riconosciuti da Roma, anche se la garanzia di una vera libertà religiosa in Cina è ancora molto lontana. Ma c’è anche un altro soggetto da considerare in questa storia. Si tratta della società cinese e anche della stessa umanità ( 仁 = rén , termine poliseman- tico: umanità, persone, gente, popolo, società) ci- nese oggi descritta dagli antropologi come amante del cambiamento, obbediente al Partito, ma anche profondamente e radicalmente operativa sul piano religioso: al proverbiale senso pratico della rén , oggi, si unisce un nuovo ed inaspettato desiderio di sognare e di ricerca di libertà spirituale. Quella cinese è una società, una politica, un’econo- mia non senza contraddizioni. È una società com- plessa, fortemente centralizzata, organizzata in uno stato che si estende su una superficie di oltre nove milioni di chilometri quadrati: il terzo più grande al mondo. Uno stato grande come un conti- nente. E compatto. Anche quando si tratta di pen- sare, ascoltare, parlare. E di scrivere. Da Mao a Xi Jinping: dalle campagne alle città L’attuale presidente Xi Jinping ha intrapreso una riforma di apertura e sviluppo economico fondato sulle 开发区 kāifāqū zone di sviluppo 2 . Si tratta di città come Tianjin e Shanghai dove sono state introdotte imprese di proprietà stra- niera, istituzioni scientifiche, zone di base per svi- luppare la collaborazione con i paesi esteri. Un ele- mento della riforma è infatti la strategia del soft po- wer e del trasferimento tecnologico nelle aree di sviluppo: più che l’investimento nella sicurezza e nella forza militare, la diplomazia pubblica, la cul- tura popolare ed economica. Un secondo elemento è la percezione della povertà: chi è povero, oggi, in Cina è considerato sostanzialmente «un tale che non ha saputo riscattarsi, colui che non ce l’ha fatta ad ottenere l’assistenza sanitaria (che è a paga- mento), colui che non ha accesso alla tecnologia» 3 e che non può permettersi di entrare nei «grandi quartieri supermercato», che improvvisamente sono aperti nelle metropoli. Quando un uomo chiede l’elemosina per pagare l’operazione al cuore della moglie attaccata ai tubi della flebo, riceve in- differenza. Gli abitanti di questo ventunesimo se- colo, infatti, non sono solo i nativi digitali che mar- ciano verso il domani scintillante della robotica con lo smartphone in mano. Sono anche questi poveri, i quandilong , che provengono della campagna che oggi chiedono rifugio alla città 4 , rovesciando il mito dell’era maoista che incoraggiava invece esodo verso le campagne. Durante la «Rivoluzione cultu- rale», il trasferimento forzato degli intellettuali verso le campagne fu imposto da Mao con un du- plice scopo: da un lato modernizzare l’attività agri- cola - la Cina era un paese rurale - all’interno di un progetto per il quale la classe contadina doveva di- ventare indiscusso motore della rivoluzione, e dal- l’altro conformare sempre di più l’intellighentia borghese all’ideologia del Pcc - Partito comunista cinese -, un’intellighentia dotata fino ad allora solo di un’istruzione libresca che si doveva attrezzare 36 MC MARZO2019 D Le religioni in Cina © Eleanor Albert - Julia Ro

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