Missioni Consolata - Marzo 2019

MARZO2019 MC 23 • Migrazioni | Respingimenti | Confini chiusi | Europa | Bosnia | Croazia • MC A schi e nei fiumi gelati, tornano a Kladuša o Bihać con il corpo mar- toriato, ferite sugli arti e piedi ma- cerati. Qualcuno è morto anne- gato o per ipotermia nel tentativo di fuggire dalla polizia. Perché i confini sono chiusi? Alcuni, in alternativa al «Game», acquistano documenti contraf- fatti o pagano (i pochi che se lo possono permettere) qualche mi- gliaio di euro ai trafficanti per farsi trasportare in furgone in Slo- venia. Qui però spesso vengono scovati, consegnati alla polizia croata e deportati nuovamente in Bosnia. Il cerchio è così chiuso. Nizar, giovane siriano di Aleppo: «Io non sono qui per scelta, in Si- ria stavo bene, ma ora è un paese completamente distrutto. Vorrei tornare, ma forse non ci tornerò mai». Amhed, iracheno di Baghdad: «Ho camminato due anni con mia moglie e i miei due figli per arri- vare in Grecia, lì ci siamo fermati altri due anni. Le condizioni nei campi erano terribili e quindi siamo ripartiti e arrivati in Bosnia, sempre a piedi. Ora vogliamo en- trare in Europa e raggiungere i nostri parenti in Germania. In Iraq non possiamo tornare. Perché il confine è chiuso?». Questa è la domanda che tutti fanno: « Why is the border clo- sed ?». L’Europa continua a ignorare que- sto fatto e mantiene i rifugiati in un limbo: a casa non torni, ma in Europa non entri. Manganelli e spray Alla fine di ottobre 2018 i rifugiati hanno manifestato per una setti- mana intera al valico di Maljevac, al confine tra Bosnia e Croazia, costruendo un nuovo campo di tende con rami e plastica. I poli- ziotti croati hanno costituito un blocco per respingerli, ma alcuni cerlo. «Game» (il gioco) è termine con cui i profughi ironicamente chiamano il tentativo di entrare nell’Unione europea. Partono in genere di notte, in piccoli gruppi. Spesso la polizia croata li inter- cetta con droni, cani e rilevatori di calore, e li respinge in Bosnia. Vengono picchiati, umiliati e deru- bati dei pochi soldi che hanno, mentre i loro telefonini, indispen- sabili per orientarsi col Gps nella fitta foresta, sono distrutti a man- ganellate. I ragazzi raramente vincono, più spesso perdono il «Game» e, dopo giorni e giorni di cammino nei bo- In queste pagine : i piedi martoriati di un mi- grante reduce sconfitto dal «game». | Il grido di aiuto dei bambini al blocco del con- fine di Maljevac. | Cellulari distrutti dalle forze di polizia croate. | Migranti accampati nella Dom di Bihać, una casa per studenti mai ultimata. #

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