Missioni Consolata - Marzo 2019

24 MC MARZO2019 BOSNIA tre km dal confine), avrebbero bloccato l’unico sentiero utile per rifornirsi. I migranti si sono rifiu- tati, ma dopo due giorni, stremati, hanno dovuto cedere e sono stati trasferiti con cinque bus al nuovo campo: il «Miral». Questa strut- tura, gestita dalla Oim, è una ex fabbrica dotata di riscaldamento fuori dall’abitato di Kladuša. Confinati e ignorati La stessa cosa si è verificata a Bihać, dove dal fatiscente «Dom» sono stati trasportati al «Bira», ex fabbrica di frigoriferi. A gennaio 2019 ci vivevano circa 2.300 per- sone. Un servizio privato di sicurezza nega l’accesso a chiunque non la- vori all’interno. Non è quindi pos- sibile verificare le condizioni di vita dei migranti, ma le testimonianze di volontari e rifugiati riportano che sono terribili. Nonostante la grande disponibilità di fondi delle agenzie Oim e Unhcr, mancano un’adeguata assistenza sanitaria e psicologica, per alleviare le soffe- renze delle persone. A ottobre 2018 è morto all’interno del «Bira» un giovane ragazzo in circo- stanze poco chiare. Le organizza- zioni internazionali, invece di ga- rantire a chi ne ha diritto la richie- sta di asilo politico, forniscono a malapena vitto e alloggio in ghetti prefabbricati. La convivenza for- zata di più di 2.000 uomini prove- nienti da paesi diversi, sommata alle pessime condizioni, scatena spesso risse. Le associazioni indi- pendenti di volontari svolgono un lavoro straordinario fornendo assi- stenza sanitaria di base, scarpe e indumenti, servizio docce, pasti caldi e tanta comprensione umana. L’Europa ha così «confinato» mi- gliaia di esseri umani in due ex fabbriche bosniache, in modo da allontanare la minaccia di «inva- sione» da parte di questa povera gente. Un atto disumano contro ogni legge del diritto internazio- nale. Oggi in pieno inverno, tra freddo, neve e respingimenti, i profughi continuano a tentare il «Game», che spesso perdono. Esseri umani respinti da una Europa disumana. Alberto Sachero hanno cercato di forzarlo. Si sono verificati scontri e la polizia ha usato manganelli e spray al pepe- roncino per farli indietreggiare. Anche donne, bambini e poliziotti bosniaci (che spesso proteggono i migranti dalla polizia croata) sono stati curati per asfissia e bruciori agli occhi nel furgone di Medici senza frontiere. Il nuovo campo profughi distava trecento metri dalla dogana, ma il confine è stato chiuso allo scopo di fomentare il malcontento della popolazione locale, che vive di scambi economici tra i due paesi. L’Oim, che distribuiva cibo tre volte al giorno nel campo origina- rio, si è rifiutata di portarlo al nuovo campo. I rifugiati, per man- giare, doverano tornare al vecchio campo o facevano spesa in paese, ma più spesso erano le stesse fa- miglie bosniache e i volontari stra- nieri a portare cibo e acqua per so- stenerli. Le autorità hanno bloccato le strade adiacenti la frontiera e dopo cinque giorni hanno comu- nicato ai profughi che se non fos- sero tornati al campo originario (a

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