Missioni Consolata - Aprile 2018

72 MC APRILE2018 fu lanciata un’enorme campagna a favore della pro- creazione della pura razza ariana. Si aprirono nove cliniche di maternità per bambini i cui padri erano tedeschi e in cinque anni ne nacquero almeno 8mila (di cui 6mila nei centri Lebensborn). E quale era il destino riservato a quelle creature? Dopo il parto erano per lo più abbandonati dalle madri (molte volte queste erano costrette a cederli) e dati in adozione a famiglie tedesche. Quelli che ri- masero nei Lebensborn divennero invece, alla fine della Seconda guerra mondiale, con la sconfitta della Germania, capri espiatori a cui far pagare i cri- mini e le angherie dei tedeschi. Che vuoi dire, spiegati meglio… Il popolo norvegese vide nei bimbi Lebensborn sol- tanto caratteristiche ereditarie e li indicò come i fi- gli delle SS, quindi potenzialmente pericolosi e disu- mani. Molte donne che vissero il mio stesso dramma raccontarono poi storie di trattamenti cru- deli subiti senza capire le motivazioni di tanto odio. Questo dramma non è molto conosciuto in Europa, come mai? La Norvegia insabbiò il problema per tanti anni, co- stringendo i figli della guerra a sopportare una serie di ingiustizie e di maltrattamenti. Alcuni di essi fu- rono rinchiusi in orfanotrofi e in istituti psichiatrici. Altri, pur essendo stati affidati alle madri o a pa- renti, furono ugualmente discriminati in vario modo a scuola o sul posto di lavoro e subirono violenze fi- siche e psicologiche di ogni genere, tanto che di re- 4 chiacchiere con... cente un gruppo di essi ha citato in giudizio il go- verno norvegese per la politica discriminatoria da esso attuata nel dopoguerra verso di loro. Neanche al processo di Norimberga si sollevò la tragedia dei bambini Lebensborn. È vero, a Norimberga non si tenne un processo di- stinto per il progetto Lebensborn. Invece il 10 otto- bre 1947 si aprì un processo (che durò fino al marzo del 1948) contro il «RuSHA» ( Rasse und Siedlung- shauptamt - Ufficio centrale della razza e del popo- lamento/colonizzazione), ma la stampa vi diede scarso rilievo e il Lebensborn non fu condannato in quanto istituzione. Solo i dirigenti finirono sul banco degli imputati, ma furono condannati a pene deten- tive abbastanza ridotte, esclusivamente perché ap- partenevano a un’organizzazione criminale, ovvero le SS, non per le attività che svolsero nel Leben- sborn. Ma dopo la guerra, il «clima» nei confronti di chi aveva in un certo modo collaborato con le truppe d’invasione nazista, mutò radicalmente. Le guerre hanno effetti contraddittori sui rapporti tra le persone. Da una parte ci sono pregiudizi tradi- zionali che vengono ribaltati: le donne ad esempio, occupano posti di lavoro lasciati vacanti dagli uo- mini impegnati al fronte. Dall’altra si inaspriscono le differenze e ci si irrigidisce nei confronti della mo- rale sessuale femminile: dalle donne ci si aspetta che si prendano cura del focolare domestico e che rimangano fedeli ai mariti e ai fidanzati assenti. Il corpo femminile diventa suo malgrado un altro © Bundesarchiv Bild 146-1969-062A-58 / CC-BY-SA 3 0

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