Missioni Consolata - Marzo 2018

struzioni perpetrate dalle guardie rosse al tempo della rivoluzione culturale scatenata da Mao sulla terraferma. Piccoli esempi di quotidianità taiwanese Quanto ancor oggi ci sia di «giap- ponese» nella società taiwanese lo possiamo dedurre da qualche epi- sodio, successo direttamente al- l’autore di queste righe o riferitogli da fonti affidabili. Iniziamo da quel che capita un sabato quando alle quattro di mattina mi trovo a do- ver attraversare una strada citta- dina a quattro corsie per prendere l’autobus che avrebbe dovuto poi portarmi all’aeroporto di Taipei. Traffico zero. Nessuno in giro. O quasi. Quando arrivo al semaforo che regola l’attraversamento pe- donale c’è lì un signore che discipli- natamente attende che diventi verde. La tentazione di attraver- sare, pur col rosso, è forte. Mi pare illogico e inutile aspettare in quelle condizioni; oltre a noi due non c’è in modo da inculcare nella popola- zione locale i modi ed i valori pro- pri dell’arcipelago del sol levante: pulizia, ordine, efficienza, senso del dovere. Quando subentrarono i nazionalisti cinesi di Chiang Kai- shek, questi portarono con loro al- cune tradizionali caratteristiche ci- nesi antitetiche a quelle giappo- nesi: burocrazia arrogante, famili- smo, corruzione diffusa, disorga- nizzazione, individualismo anar- coide ed egoistico. Non proprio quello cui erano stati abituati i taiwanesi. Aggiungiamoci l’eserci- zio della violenza per reprimere ogni protesta e dissenso ed ecco che l’origine dell’insoddisfazione di molti taiwanesi diventa compren- sibile. Se ciò non bastasse, ricor- diamo come un ruolo non trascu- rabile debba averlo giocato anche la notizia delle atrocità e delle di- 54 MC MARZO 2018 TAIWAN Sopra: novelli sposi e un militare a Taipei. A destra: fedeli in preghiera in un tempio buddhista di Taipei. Qui accanto : monache officianti in un tempio buddhista della capitale. © Mirco Elena © John Y Can #

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