Missioni Consolata - Dicembre 2017

DICEMBRE2017 MC 41 D Aspettando la pioggia che non arriva In wayuunaiki, pioggia si dice «juya», parola che può significare anche «anno», inteso come il tempo che intercorre tra una pioggia e l’altra. Ma come vengono calcolati gli anni se non piove più? Il signi- ficato originario della parola «wayuu» è «figli della pioggia», ma negli ultimi cinque anni le precipita- zioni - anche a causa del fenomeno de El Niño - sono diminuite drasticamente. E quando piove, non sono precipitazioni normali, ma veri e propri ci- cloni che sferzano violentemente quelle lande deso- late colpite da una siccità prolungata. Non ri- uscendo a penetrare in profondità, l’acqua inonda le coltivazioni dissestando il territorio. I costi della svendita del territorio Nei villaggi della Alta, dove il vento caldo soffia senza sosta tra i rami secchi e il sole incendia l’aria, donne avvolte in tessuti dai colori vivaci raccon- tano, con la calma di chi calcola il tempo in altro modo, le loro storie di desolante quotidianità. Sto- rie d’impianti di potabilizzazione rotti, di mulini a vento in avaria, di cisterne che non arrivano mai, di sete, fame, disoccupazione, povertà, di mancanza di pozzi, corruzione, inquinamento delle acque, malat- tie respiratorie e della pelle. Nenie che nascono dalle conseguenze di un’operazione di gigantesca privatizzazione avallata da un governo miope che, in nome dello «sviluppo», ha avuto l’idea poco origi- nale di sacrificare il territorio e i suoi abitanti, com- portando enormi profitti per le corporation e scar- sissimi benefici per il paese. Infatti solo il 10% dei profitti viene utilizzato in Co- lombia, e l’1% in Guajira. Il «Cerrejón Llc», in 40 anni di saccheggio - o «concessione», a seconda del punto di vista -, oltre al genocidio culturale dei po- poli in questione, ha causato effetti ambientali de- vastanti. La strada da imboccare Anticamente l’uomo era in grado di sopravvivere con quel poco che aveva. Le poche popolazioni indi- gene che sono ancora radicate sulle proprie terre sono lì, pronte a mostrarci come l’unico modo di adattarsi ai cambiamenti ambientali passi da una profonda comprensione del territorio. Motivo per cui l’Università delle Nazioni Unite nel 2016 ha de- ciso di convocare alcune popolazioni indigene per discutere di un loro possibile contributo alla indi- pendenza energetica, soprattutto attraverso le energie rinnovabili, provando finalmente a inver- tire il paradigma occidentale di successo, pro- gresso e sviluppo. Eloisa d’Orsi COLOMBIA

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