Missioni Consolata - Dicembre 2017

DICEMBRE 2017 MC 19 sponsabili. Ma questa è una grazia di Dio, dove sta il problema? Non sappiamo gestirlo, perché siamo troppo eurocentrici, e non siamo come Giovanni Battista». unire le forze Padre Camerlengo lancia una pro- posta importante per gli istituti missionari: «Non possiamo andare avanti ogni istituto per conto suo. Per forza, non solo per sopravvi- venza, abbiamo bisogno di lavo- rare insieme. Stiamo cominciando soprattutto in America Latina le esperienze intercongregazionali. Sono piccoli semi che stanno ini- ziando. Sarà faticoso, ma questa è la strada. Da soli non possiamo an- dare da nessuna parte». E di esperienze di questo tipo ce ne sono, come la comunità di Modica, in Sicilia, dove operano padre g ianni T regLia della Conso- lata, padre V iTTorio B onfanTi mis- sionario d’Africa, suor r aqueL s o - ria della Consolata e suor g io - Vanna M inardi missionaria del- l’Immacolata. La comunità mista porta avanti un progetto della Cimi sull’accoglienza ai migranti. «Oggi evangelizzatori ed evange- lizzati si confondono e i primi sono gli africani stessi», dice suor L uigia C oCCa , superiora generale delle missionarie Comboniane. «Dob- biamo fare l’esperienza dell’uscita dai nostri riferimenti (occiden- tali)». Per questo ripete: «È neces- saria un’attualizzazione dei carismi dei nostri istituti, dobbiamo ricom- prenderci dal di dentro» Marco Bello MC A ledizione per il male che aveva già fatto in una precedente vita, oppure la mamma ha commesso dei peccati e ora li sta pagando. Lui si è già reincarnato tante volte e deve avere la possibilità di annullare il karma negativo. Per questi motivi molto spesso le mamme abbandonano i figli disabili fin da subito, e questo è tollerato a livello sociale. Le mamme che li tengono, spesso sono emarginate e subiscono violenza dai mariti. «Come si può fare? In fondo Gesù era come un extraterre- stre anche in mezzo ai suoi. Chi lo capiva? Il primo miracolo che ha fatto e la prima predica ha diviso la gente in due gruppi: chi era contro e lo voleva far fuori e chi lo osannava. La contraddi- zione salta sempre fuori quando si vive il Vangelo». Ma giorno dopo giorno suor Angela arriva a vedere il Vangelo incarnato. «I bimbi non sono mai stati il pro- blema, anzi sono stati Gesù presente in mezzo a noi. Erano la benzina per il mio motore, mi davano energia. Bimbi che prima non sorridevano arrivavano a sorri- dere. Quando sono venuta via, su 15 di loro, sei non ave- vano neppure papà e mamma, erano stati abbandonati o erano orfani. Ma le mamme degli altri, pian piano, con Vangelo alla mano, hanno accettato di prendersi cura anche di loro. Questo non sarebbe potuto succe- dere se non ci fosse stato il Vangelo come lievito. Tutte le mattine appena alzati ci trovavamo insieme un mo- mento per commentare il Vangelo del giorno. Ero uno specchio della vita delle mamme. Ci sono voluti quattro o cinque anni affinché le mamme tirassero fuori i pro- blemi più brutti. Questo incontro faceva loro bene, per- ché si rasserenavano e faceva prendere loro la vita in un altro modo. Ma ha fatto un bene incredibile anche a me. Il mio “essere madre”, si rispecchiava nel loro es- sere madri. Come facevano queste donne, in un conte- sto buddhista, a non aver abbandonato il bimbo in orfa- notrofio?». Dopo averla visitata, le superiore permettono ad Angela di continuare quest’opera, ma non pos- sono darle un aiuto. «A me andava bene così. Sono rimasta alla Casa degli angeli 5 anni». Allora Dio c’è «Cosa c’è nel cuore di queste donne, perché non accettano la propria cultura e non abbandonano questi bimbi? Ma allora lo spirito di Dio è già lì. Il Vangelo è già vissuto anche dalle mamme buddhi- ste, senza che lo sappiano. E quando dico loro che amano Dio, loro ti guardano e ti dicono: cosa fac- ciamo? Quando lavate il culetto del bambino, state lodando Dio. Dio vi guarda con stima, siete uscite dalle sue mani. Chi vi fa sentire una nullità, incapaci, viene dal de- monio, allora non dategli corda. Vedere l’opera di Dio in queste donne povere, emargi- nate, è uno dei doni più grandi che Dio mi ha fatto». Continua suor Angela con una riflessione su essere donna in missione. «Missione per la donna passa attraverso la convivenza, ovvero vivere il nostro ruolo facendoci piccole, senza autorità: questo ci avvicina molto alle persone che non se lo aspettano. Dov’è la parte maschile? Le nostre frustrazioni sono di non essere comprese in questo lavoro, usate come bassa manovalanza nella chiesa. Vogliamo servire ma non vogliamo asservirci. Vale nella famiglia come nella chiesa: Dio li creò ma- schio e femmina affinché insieme fossero a sua imma- gine. Se una gamba è zoppa e l’altra è troppo forte, viene male alla schiena, alla testa, ci si sbilancia e si ca- sca. Aiutiamoci, ci deve essere la buona volontà da en- trambe le parti». Ma.Bel. Sopra : il Salone Vanvitelliano di Palazzo della Loggia, nel centro di Brescia. Qui : suor Angela Bertelli e il suo libro «La casa degli angeli» edito da Itaca, 2015, € 12 (www.itacaedizioni.it ). #

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