Missioni Consolata - Maggio 2017

senza identità, senza apparte- nenza, senza forza rappresenta- tiva, temporaneo ed occasionale» che arriva a «istituzionalizzare lo status di volontario singolo», non legato cioè a una realtà associa- tiva. Gli altri decreti attuativi, dopo quello sul servizio civile, dovreb- bero essere inviati alle Camere entro il 15 di questo mese, al- meno stando a quanto dichiarato a marzo da Luigi Bobba, sottose- gretario al ministero del Lavoro. Seguiranno poi i commenti delle commissioni parlamentari e la possibilità di fare decreti correttivi entro un anno. L’Europa fra cooperazione e migrazioni Di altro tipo di volontariato parla invece Silvia Costa, eurodeputata del Pd, presidente della Commis- sione cultura e istruzione al Parla- mento europeo e firmataria di una risoluzione sul Servizio volon- tario europeo (Sve) @ , il pro- gramma di volontariato interna- zionale finanziato dalla Commis- sione europea e rivolto a giovani fra i 17 e i 30 anni. A questi ra- gazzi lo Sve offre l’occasione di prestare servizio in progetti in ambito umanitario, educativo, so- ciosanitario, culturale, sportivo per un periodo che va dalle tre settimane ai dodici mesi. In vent’anni ha visto la partecipa- zione di centomila giovani: dei cinquemila ragazzi che partono ogni anno, uno su cinque è ita- liano. «Chiediamo alla Commissione eu- ropea», ha detto Costa dopo l’ap- provazione della risoluzione, «di definire finalmente un quadro rio e Lavori Pubblici della Camera. L’emendamento stabilisce che per i prossimi dieci anni la quota di otto per mille che i contribuenti assegneranno allo Stato andrà tutta per il recupero dei beni cul- turali danneggiati dal terremoto in centro Italia. «Finisce con questo colpo di mano», commenta un post sul blog info-cooperazione @ , «la pos- sibilità di impiegare una parte del fondo 8×1000 alla “fame nel mondo”, una quota che a sin- ghiozzo negli anni aveva co-finan- ziato progetti di cooperazione allo sviluppo delle Ong italiane soprat- tutto in Africa. L’ultima approva- zione di progetti risale al 2014, anno in cui con circa 6 milioni di euro furono cofinanziati 40 pro- getti. Non è chiaro se il decreto appena approvato andrà a intac- care anche la quota dell’otto per mille assegnata all’Agenzia per la Cooperazione allo sviluppo. A de- correre dall’anno 2015 infatti, una quota pari al 20% del fondo 8×1000 a gestione statale è stata destinata a finanziare le attività dell’Aics». La riforma del Terzo Settore Un anno fa la riforma del Terzo Settore (o settore di chi si impe- gna nel sociale senza scopi di lu- cro - no profit ) è diventata legge, la 106/2016, e il primo dei prov- vedimenti attuativi è stato appro- vato a febbraio scorso: si tratta del decreto legislativo che istitui- sce il servizio civile universale, ora aperto a cittadini italiani, europei e stranieri regolarmente soggior- nanti in Italia di età compresa fra i 18 e i 28 anni. Nelle parole del di- rettore di Vita.it, Riccardo Bona- cina, nel giugno 2016, la riforma poteva essere più coraggiosa nel- l’innovare, ma è «la miglior legge possibile» date le circostanze e permette quantomeno di realiz- zare tre sogni: in primis quello di un «pavimento civilistico» che ol- tre a definire che cosa sia il Terzo Settore «rende possibile una legi- slazione unitaria, un Codice unico del Terzo settore e un Registro unico, un Organismo di rappre- sentanza istituzionale. Basta con i 300 registri (nazionali, regionali, Cooperando… 66 MC MAGGIO2017 provinciali), il Terzo settore ha bi- sogno di semplificazione e i citta- dini di trasparenza» @ . La riforma comunque ha ricevuto anche diverse critiche. A comin- ciare da quelle mosse alla Fonda- zione Italia Sociale, organismo che la legge 106 istituisce «con lo scopo di sostenere [...] la realizza- zione e lo sviluppo di interventi in- novativi da parte di enti del Terzo settore, caratterizzati dalla produ- zione di beni e servizi con un ele- vato impatto sociale e occupazio- nale e rivolti, in particolare, ai ter- ritori e ai soggetti maggiormente svantaggiati». Presidente della Fondazione è Vincenzo Manes, imprenditore, fi- nanziere, filantropo e consigliere dell’ex premier Matteo Renzi. Ma- nes stesso l’aveva definita «Iri del sociale», rievocando la spinta mo- dernizzatrice che l’Istituto per la ricostruzione industriale ebbe ne- gli anni ‘50 e ‘60 del Novecento; ma c’è chi vede la Fondazione come un ente di cui si poteva fare a meno e chi lo liquida come un favore a un amico dell’ex primo ministro. Ma Italia Sociale non è il solo aspetto a suscitare perplessità. Il Comitato piemontese Volonta- riato 4.0 in un documento del feb- braio scorso @ attribuiva alla legge 106 lo stravolgimento dei Centri di Servizio per il Volontariato che, avendo a disposizione le stesse ri- sorse del passato, dovranno ora assistere molti più fruitori, cioè «tutti i soggetti del no profit, as- sociazioni di promozione sociale, cooperative, holding della solida- rietà». Il Comitato punta il dito anche contro lo sdoganamento di un «volontariato liquido e ibrido,

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