Missioni Consolata - Maggio 2017

di cui sopra, mancavano all’ap- pello ancora buona parte dei li- velli dirigenziali. I dirigenti, infatti, dovrebbero essere diciotto men- tre a febbraio 2017 erano solo otto. «Si tratta, in fondo, di poche persone», sottolinea Sergi, «ma indispensabili al funzionamento dell’Agenzia che, così limitata, continua a vivere in un comatoso limbo che solo le buone volontà stanno tenendo in vita» @ . Il secondo elemento è lo «scom- parso» illustre dell’organi- gramma della cooperazione, come sottolinea ancora Sergi @ : il Cics (Comitato interministeriale per la cooperazione allo svi- luppo), organo di cui fanno parte il presidente del Consiglio e la stragrande maggioranza dei mini- stri. Si è riunito una volta sola, nel 2015 e, secondo un tweet @ di Mario Giro, viceministro degli esteri, anche una seconda volta il 23 marzo 2017: «Approvato il doc. triennale: +attori +azione co- mune». Due volte in venti mesi non sono molte per un organo cui la legge 125/2014 attribuisce un compito fondamentale, quello di coordinare tutte le attività di coo- mente il nuovo e maggiore peso che, sulla carta, si è deciso di dedi- care alla cooperazione allo svi- luppo. Gli esempi di queste oppo- ste spinte sarebbero numerosi ma alcuni, forse, rendono l’idea più concretamente di altri. Il primo riguarda il personale dell’Agenzia, che ha un’impor- tanza fondamentale per raggiun- gere la piena operatività. E questo personale a marzo 2017 non era ancora al completo. Dei duecento funzionari previsti per le sedi in Italia (Roma e Firenze), sessanta non erano ancora stati reclutati. Solo a novembre 2016 un emen- damento alla legge di bilancio ha aumentato il Fondo per il pub- blico impiego in modo da permet- tere all’Agenzia di bandire il con- corso per l’assunzione dei ses- santa tecnici. Di questi, spiegava il responsabile delle relazioni istitu- zionali, internazionali e della co- municazione dell’Agenzia Emilio Ciarlo su Vita.it la scorsa estate @ , «20 dovrebbero provenire dal- l’amministrazione pubblica e i 40 restanti dal di fuori, con una for- mazione universitaria nel settore della cooperazione allo sviluppo e con quattro o cinque anni di espe- rienza professionale in un’Ong o un organismo internazionale». Un’iniezione di giovani compe- tenti e motivati, insomma, che dovrebbe dare una spinta decisiva all’Agenzia. Ma, un anno dopo la sua nascita - il 4 gennaio 2016 - l’Agenzia man- cava pure di buona parte dei suoi dirigenti. Lo ha ricordato su Onui- talia.com @ il consigliere politico della rete di Ong Link 2007 , Nino Sergi: oltre ai sessanta funzionari perazione allo sviluppo e assicu- rare che le politiche nazionali siano coerenti con i suoi fini. Perché il Cics è importante? Per dirla in maniera estremamente semplificata: perché, se funzio- nasse come dovrebbe, impedi- rebbe alle politiche pubbliche di disfare quello che la coopera- zione fa. La cooperazione italiana viene da lunghi anni di subalternità e di ri- sorse limitate; un coordinamento costante con gli altri centri deci- sionali del governo e un organico dell’Agenzia completo nei livelli dirigenziali, giovane e preparato nei comparti tecnici, sono ele- menti indispensabili perché gli in- terventi siano efficaci. Per questo ogni rallentamento su questi aspetti rischia di svuotare nei fatti la legge e il tipo di cooperazione che essa intende realizzare. Il colpo di mano dell’8x1000 Sempre in tema di segnali contra- stanti, è del marzo scorso la noti- zia dell’approvazione del cosid- detto emendamento Realacci in Commissione Ambiente, Territo- MAGGIO 2017 MC 65 MC R • Cooperazione | Volontariato | Terzo Settore | Sviluppo • In alto a sinistra : sacchi di grano distribuito come cibo di emergenza dal World Food Program . | Qui so- pra : padre Alexander Mukolwe a Marandallah (Costa d’Avorio) con la targa del Pepfar . | Qui a sinistra : pro- getto nutrizionale della diocesi di Manzini in Swaziland. Operatrice con maglietta dell’ Usaid . #

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