Missioni Consolata - Maggio 2017

S tudia, studia, studia. È il mantra che ha accompagnato Joelle Kamgaing negli ul- timi sei anni e mezzo, da quando ha ini- ziato a frequentare la facoltà di medicina e chirurgia a Torino. A 19 anni aveva l’atteggiamento determinato di una velocista ai blocchi di partenza, con la mente concentrata al traguardo, pronta a fare il miglior tempo su un percorso ad ostacoli. «Avevo un obiettivo difficile - dice Joelle -. Volevo fare il me- dico. Mi sono impegnata, ho dato tutta me stessa». E Joelle ce l’ha fatta. Nel 2016 si è laureata in me- dicina e chirurgia, con lode e dignità di stampa. Ha superato l’esame di abilitazione alla profes- sione all’inizio del 2017 e ora sogna la specializza- zione in nefrologia. Non male per una ragazza di 25 anni. Per una giovane donna che bagaglio in spalla e coraggio in pancia, ha lasciato il Camerun ed è partita alla volta dell’Italia per diventare me- dico. Solidarietà studentesca «Appena arrivata non sapevo una parola di ita- liano e non conoscevo nessuno, né la cultura, né il cibo. Era tutto diverso e io mi sentivo diversa. Tutti mi guardavano perché ero nera. Poi i miei compagni di corso mi hanno dato una mano. Mi parlavano in italiano e io li aiutavo con i concetti di medicina, spiegandomi in francese. E così poco 46 MC MAGGIO2017 D Arrivata a 19 anni in Italia per studiare medicina. Ha sviluppato grande empatia con i pazienti stranieri. Forse per la sua esperienza di studentessa «diversa» che ha dovuto in- tegrarsi. Spesso gli assistiti hanno bisogno di un supporto umano più che di un consulto medico. E lei si mette a disposizione come volontaria. L’angelo dei sans papiers DI S IMONA C ARNINO JOELLE KAMGAING, CAMERUN

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