Missioni Consolata - Maggio 2017

MAGGIO2017 MC 19 degradò il lavoro di Kamel, tanto che i maggiori botanici del secolo, tra cui Linneo (nato l’anno dopo la morte di Kamel), reputarono il supplemento di nessun interesse. Per sua fortuna, però, pochi mesi prima la Royal Society aveva pub- blicato «Observationes de Avibus Philippensibus», il primo studio in assoluto sugli uccelli nelle Filippine e, soprattutto, il « Gazophylacium naturae et artis », decadi prima di Petiver, in cui furono inseriti nu- merosi disegni di Kamel. Entrambi questi lavori concessero al gesuita la fama internazionale. L’omaggio di Carlo Linneo Un grosso contributo nel far cono- scere il farmacista moravo al mondo della botanica arrivò dal- l’Indonesia. Kamel, nel tentativo di cercare un’alternativa alla via di comunicazione con l’Europa, la trovò nella rotta per Batavia (oggi Giacarta), colonia olandese. Qui, in modo fortuito, Willem ten Rhijne, il più esperto botanico nel Sud Est asiatico, ebbe a trovarsi tra le mani uno dei lavori del ge- suita. Nel luglio 1698 ten Rhijne propose a Kamel una collabora- zione che durò fino alla morte dell’olandese, avvenuta nel giugno nosceva l’inglese. Le missive, quindi, si esplicitavano in latino. Nel gennaio 1698 Kamel spedì tra- mite intermediari armeni e porto- ghesi a Samuel Browne, un chi- rurgo della Compagnia delle Indie Orientali, il suo libro « Herbarium aliarumque stirpium in insula Lu- zone Philippinarum primaria na- scentium Syllabus » (Rassegna delle piante e degli arbusti che crescono a Luzon). Browne avrebbe poi dovuto inviare il pacco a James Petiver e al suo col- lega John Ray. Assieme al suo la- voro, Kamel inviò anche alcuni semi di alberi. Nulla, però, giunse in Gran Bretagna perché la nave venne attaccata dai pirati. Dopo un primo, comprensibile, scora- mento per aver perso dieci anni di intenso lavoro, il gesuita si rimise all’opera e nel gennaio 1699 ri- spedì libro e semi che, questa volta, arrivarono nelle mani dei botanici. Lo studio fu apprezzato e nel 1704 venne pubblicato come appendice di 96 pagine al terzo volume della « Historia plantarum; species hactenus editas insuper multas noviter inventas & descrip- tas complectens » di John Ray. Ol- tre a descrivere erroneamente Ka- mel come reverendo padre (in realtà Kamel non prese mai i voti), nell’appendice vennero eliminati i preziosi disegni del gesuita, essen- ziali per una corretta compren- sione del trattato. Questa omis- sione, causata da questioni econo- miche, oltre a contrariare l’autore MC A 1700. Da parte sua Linneo, dopo l’iniziale delusione dell’appendice dell’« Historia plantarum », comin- ciò a capire lo spessore scientifico del lavoro di Kamel e nel 1753 de- cise di onorarlo dedicandogli il nome di Camellia , l’albero da cui si raccolgono le foglie del tè. Contra- riamente a quanto generalmente si scrive, sembra che Kamel riuscì effettivamente a vedere di per- sona l’albero del tè o, almeno, la sua foglia. Un suo esemplare venne trovato nell’erbario perso- nale del missionario gesuita e lui stesso ne riportò anche un dise- gno, assieme al frutto, nominan- dola come «tchia» (il nome che molte culture orientali danno al tè). Disegno datato 1700 e oggi conservato nell’Università Catto- lica di Lovanio, in Belgio. La notizia della morte di Jiři Josef Kamel, occorsa per un’infezione intestinale il 2 maggio 1706 a Ma- nila, arrivò in Europa solo nel marzo 1710, quando il suo princi- pale corrispondente, Petiver, seppe dell’accaduto da Vincenzo Serrano, confratello di Kamel. Le comunicazioni con le Filippine, già difficili in condizioni normali, di- vennero proibitive a causa della guerra di successione spagnola. © Cheryl Harvey

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