Missioni Consolata - Maggio 2017

18 MC MAGGIO2017 flora riducevano spesso le sue co- noscenze farmacologiche acqui- site in Europa a teorie poco con- cretizzabili e la frustrazione per la sua impotenza nel comprendere le proprietà curative di questa o quella specie sono chiaramente percepibili nei suoi diari e nelle sue lettere. Kamel decise, dunque, di intra- prendere nuove ricerche botani- che, disegnando nei suoi appunti ogni genere di pianta, frutta, foglia che riteneva utile per il suo lavoro e identificando ognuna di queste con i nomi locali cercando di tra- durli in diverse lingue europee. Jiři Josef Kamel fu così il primo a classificare le piante e gli animali delle Filippine e durante le sue ri- cerche scoprì le proprietà del «fa- giolo (fava) di Sant’Ignazio» ( Stry- chnos ignatia ), che prese il nome dal fondatore dell’ordine gesuita ed i cui semi, essiccati e triturati, sono oggi utilizzati in omeopatia per l’estrazione della stricnina. Per poter avere sottomano gli in- gredienti necessari al fine di ap- prontare i farmaci in modo veloce e poco dispendioso, Kamel iniziò a coltivare le erbe in un orto che, in pochi anni, si sarebbe trasformato nel primo orto botanico della colo- nia spagnola. La collaborazione con la «Royal Society» In meno di un decennio il gesuita moravo si meritò l’applauso non solo dei suoi confratelli (il suo su- periore, il boemo Paul Klein, si sentì in dovere di scriverne gli elogi in una lettera indirizzata ai gesuiti in Boemia), ma anche di Ja- mes Petiver, farmacista e bota- nico, nonché membro della presti- giosa Royal Society di Londra. La società britannica aveva da poco adottato il concetto scientifico ba- coniano: la «veracitas naturae» doveva essere cercata nell’auto- rità dei sensi. Era quindi indispen- sabile studiare i fenomeni non sui libri, ma inserirsi all’interno della natura. I nuovi scienziati dovevano viaggiare o, se questo non fosse stato possibile, appoggiarsi a qual- cuno di assoluta e provata fiducia e preparazione che lavorava sul campo. Kamel poteva essere uno di questi uomini e il tempo avrebbe premiato la stima riposta da Petiver sul fratello laico gesuita. Per mantenere i contatti e scam- biare missive, informazioni, me- todi di studio, ci si serviva delle rotte commerciali e delle compa- gnie navali che solcavano i mari in lungo e in largo tra le varie colo- nie. Anche allora, come oggi, sussi- stevano problemi diplomatici e politici che impedivano le regolari comunicazioni tra le parti del mondo governate da paesi rivali. I rapporti tra Spagna e Gran Breta- gna erano tesi e le navi della Com- pagnia delle Indie Orientali non avevano il permesso di attraccare nei porti delle colonie spagnole. La Compagnia si avvalse, quindi di in- termediari, generalmente indiani, armeni e portoghesi affittando va- scelli battenti bandiere amiche della corona spagnola. Inoltre ogni stato e ogni istitu- zione, religiosa o secolare che fosse, conservava gelosamente le proprie scoperte e non gradiva che queste, di qualunque natura fossero, venissero divulgate a na- zioni o organizzazioni rivali. Kamel ebbe, però, la fortuna di avere come rettore Martinus Sola, il quale lo aiutò a eludere i controlli delle autorità spagnole, permet- tendogli di mantenere la corri- spondenza con la Royal Society. Un’altra difficoltà era la lingua, in particolare per Kamel, che non co- FILIPPINE In alto : «Strychnos ignatii», popolarmente conosciuti come «fave di Sant’Ignazio», la cui pianta è originaria delle Filippine. A lato : un panorama naturalistico delle Filip- pine. Pagina seguente : uno splendido fiore di Camellia. # © Cassi Gurrell, 2010

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