Missioni Consolata - Aprile 2017

sta dissipazione, dovuta in gran parte alla follia distruttrice di uo- mini avidi di potere e soldi, ov- vero quelli che sono sempre stati i dirigenti di questo paese, tro- viamo l’energia creatrice di una parte della popolazione. Ed è questo che mi interessa e che studio. Nel mezzo di questa situazione incredibile, ci sono persone che senza alcun aiuto scrivono, e fanno della buona letteratura, che dipingono dei quadri superla- tivi, realizzano sculture ottime senza essere mai stati a una scuola di anatomia. Poi c’è la gente del popolo. Ne parlo nel documentario che ho realizzato su due donne spacca pietre che, invece di prostituirsi, o prosti- tuire i figli, in mezzo alla miseria inumana fanno un lavoro duro. Oppure c’è la storia della donna meccanico che ha un progetto di vita per diventare tra i migliori di questo paese nel suo lavoro, in mezzo agli uomini». La cultura che resiste La cultura ad Haiti è anche cul- tura tradizionale, radicata soprat- tutto in ambito rurale. Che mo- mento storico sta passando e che relazioni ha con la politica? «La cultura haitiana è in crisi. La cultura rurale, malgrado il vodù che ne è alla base, è molto attac- cata dalle sètte protestanti che pullulano (si veda anche articolo a pag. 51). Il vodù stesso sta su- bendo delle grandi trasforma- zioni, si sta mercantilizzando. Sotto Duvalier c’era già una spe- cie di volontà di controllo da parte della politica, che utilizzava molti preti vodù ai suoi scopi. Tutte le religioni e tutte le culture hanno aspetti positivi e negativi. Fattori che ti portano verso la tra- sformazione e il cambiamento, al- tri alla resistenza per sopravvi- vere e altri ancora verso la chiu- sura al cambiamento. Nella so- cietà haitiana troviamo tutto que- sto. Di fronte a una modernizza- zione che è copiata dall’estero e scere che esiste una situazione generale, nel tropico, per la quale le crisi (politico sociali, ndr ) generano una grande per- dita di energia. E ogni crisi ne in- nesca un’altra che crea una mag- giore perdita di energia. In que- APRILE2017 MC 13 Terminata la transizione ed eletto il nuovo presidente della Repubblica «Mister Banana» al potere I l 7 febbraio scorso si è finalmente insediato il nuovo presidente della Repubblica di Haiti. È Jo- venel Moise, 48 anni, imprenditore agricolo, chia- mato popolarmente « Neg banane », ovvero l’uomo delle banane, a causa delle sue piantagioni. Moise è del partito del presidente Michel Martelly, Partito hai- tiano tèt kale , formazione di destra e filo duvalierista. Ma le elezioni non sono state semplici. Dopo un quin- quennio di Martelly (2011-2016) che aveva accurata- mente evitato ogni appuntamento elettorale (sal- tando le amministrative e le politiche), tra l’agosto e ottobre 2015 gli haitiani sono stati chiamati a votare praticamente tutte le cariche (tranne una parte dei senatori). Ma la consultazione elettorale, come spesso accade ad Haiti, è stata compromessa da frodi e vio- lente contestazioni ( si veda MC maggio 2016 ). Manife- stazioni manovrate ad arte da chi non voleva che vin- cesse Moise. Così, scaduto Martelly, il parlamento ha trovato un accordo per un presidente e un governo provvisorio. Il primo, Joselerme Privert, doveva re- stare in carica tre mesi, ma vi è rimasto un anno. Du- rante questo periodo il nuovo Consiglio elettorale provvisorio (Cep) è riuscito a organizzare elezioni parziali per senato e camera dei deputati e rifare completamente quelle presidenziali. Previste per il 9 ottobre, con l’arrivo dell’uragano Matthew, che ha devastato il Sud e parte del Nord Ovest del paese all’inizio del mese, hanno subito un ulteriore rinvio al 20 novembre. In quella data il tasso di partecipazione registrato è stato del 21% e gli incidenti limitati. Circa il 12% dei verbali di seggio hanno dovuto essere revisionati dal Cep. Malgrado la contestazione dei risultati da parte dei tre partiti Lapeh , Pitit Dessalines e Fanmi Lavalas (i cui candidati sono arrivati rispettivamente secondo, terzo e quarta), Moise ha superato il primo turno con il 55,67% dei voti evitando così il ballottaggio. Ha subito incassato il sostegno di Usa, Unione euro- pea, Francia e Spagna, eternamente preoccupati per la stabilità del paese. Ma ancora prima dell’investitura, è venuto alla luce un rapporto dell’Unità centrale d’informazione finan- ziaria (Ucrf) nel quale Moise emerge come sospettato di riciclaggio di denaro. Il futuro presidente è finito sotto inchiesta giudiziaria, tuttora in corso. Nono- stante le proteste dell’opposizione e di parte della so- cietà civile, Jovenel Moise è diventato il 58° presi- dente di Haiti. Il 23 febbraio dopo consultazione con i presidenti delle camere, ha nominato come primo mi- nistro il medico Jack Guy Lafontant di 56 anni. Ma.Bel. MC A

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