Missioni Consolata - Marzo 2017

58 MC MARZO2017 Va aggiunto che il lavoro supple- mentare di ogni impiegato è com- posto anche da straordinari non dichiarati, detti furoshiki , (nome che deriva dalla tradizionale stoffa giapponese per avvolgere - dun- que nascondere - scatole o regali). E tantissime sono le ore di straor- dinario che non vengono regi- strate e che quindi non vengono prese in considerazione dalle sta- tistiche. Ora l’obiettivo del governo giap- ponese è quello di abbassare la percentuale di dipendenti che la- vorano più di 60 ore alla setti- mana per arrivare a una soglia «salutare» del cinque per cento del totale dei lavoratori. Super lavoro, storia antica Il mondo del super lavoro in Giap- pone non è però una realtà re- cente, risale a prima della se- conda guerra mondiale, in un pe- riodo dove le leggi sul lavoro ap- pena esistevano. Quel periodo è stato immortalato sia nel cinema che in letteratura. Su tutti spicca il saggio di Tsuneichi Miyamoto, Nihon zankoku Monogatari (Rac- conti crudeli dal Giappone). Miya- moto descrive nei minimi dettagli la situazione dei lavoratori sfrut- tati negli anni precedenti la guerra. In quelle storie ci tro- viamo di fronte a una realtà bru- tale in cui uomini e donne, giovani e vecchi, venivano spogliati dei loro diritti e costretti a turni mas- sacranti di 15 ore al giorno. Erano gli anni ’20, quando si lavo- rava gomito a gomito all’interno di fabbriche tessili improvvisate in spazi ridottissimi. Non erano rare le epidemie di colera e tubercolosi che decimavano in pochissimo tempo i lavoratori. Chi si amma- Un fenomeno diffuso Il primo caso ufficialmente ricono- sciuto come suicidio per stress da lavoro nel Sol Levante fu regi- strato nel 1969, ma è solo un de- cennio più tardi (1978) che venne creato il vocabolo specifico karo- shi e solo negli anni ’80 venne ri- conosciuto come un serio pro- blema sociale, non a caso proprio durante il boom economico. In quegli anni alcuni dirigenti aziendali di alto livello erano morti senza alcun accenno di ma- lattia pregressa. Queste morti vennero riprese dai media susci- tando una crescente preoccupa- zione. È a questo punto che il go- verno iniziò la raccolta e la pubbli- cazione di informazioni sul karoshi come possibile causa di morte. In un recente sondaggio del go- verno giapponese - una ricerca mirata a circa 10.000 aziende e 20.000 lavoratori - si è dimostrato che un quinto dei dipendenti del paese deve vedersela con il ri- schio di morte da superlavoro. Lo studio ha rilevato che circa il 22 per cento dei dipendenti giappo- nesi accumula più di 50 ore al mese di straordinari, mentre nel Regno Unito e in Francia le per- centuali sono del 10-15 per cento. Il 22,7 per cento delle imprese ha riferito che alcuni dei loro impie- gati producono più di 80 ore di straordinario al mese. Queste 80 ore - circa quattro ore al giorno da aggiungere al normale orario di ufficio - sono ufficialmente cono- sciute come soglia oltre la quale il rischio di darsi la morte si intensi- fica in modo drammatico. Il top delle aziende stacanoviste sarebbe però il 12% del totale, quelle i cui dipendenti toccano la vetta delle 100 ore di straordinari al mese. Quasi il 30 per cento di questi dipendenti oberati di la- voro sono impiegati nel settore Information Technology e delle comunicazioni, come anche quelli del mondo accademico, dei servizi postali e di trasporto. © AfMC / Francesco Bernardi GIAPPONE A destra: grattecielo a Tokyo. In alto a destra : ancora l’ora di punta al Shibuya Crossing. Shibuya è uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo. #

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