Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2017

proverbiale laboriosità, che si è sempre espressa nella puntualità del rimborso delle rate dei prestiti bancari. Tuttavia, il rapporto che essi hanno attual- mente con le banche in genere pecca ancora di una certa mancanza di trasparenza nella tracciabilità degli investimenti e nell’impiego dei prestiti. Que- sto comportamento non favorisce i legittimi con- trolli delle autorità di vigilanza ed è un fatto a cui porre al più presto rimedio, anche considerando che sempre di più l’immigrazione cinese in Italia non sarà legata alla ricerca di una occupazione, ma alla ricerca di buoni investimenti. I pro- blemi aumentano riguardo ai correntisti ci- nesi e allora serve una campagna di infor- mazione capillare su quelle che sono le regole contabili, le scadenze di legge e i corretti comportamenti da seguire nei rapporti con la banca e con il fisco. Si nota infatti che una volta ben informati i correntisti cinesi tendono a rispettare tutte le regole. Un altro aspetto è dato dalla insufficiente professionalità dei consu- lenti a cui si rivolgono. Infatti un buon profes- sionista è quello che trova la forza di imporre al cliente il rispetto delle regole nell’interesse dello stesso cliente e della sua attività economica sul me- dio lungo periodo. Una caratteristica tipica dell’e- conomia degli immigrati cinesi è che, ad esempio, in banca lavorano più donne che uomini, ciò è dato dal fatto che il cinese appena possibile vuole aprire la sua attività in proprio. Da questa propensione diffusa emerge che l’imprenditore cinese è molto più legato all’economia reale che a quella finanzia- ria. Riflessioni pratiche e impegni reciproci Wang Hong - responsabile in Italia della Zheijang Rifa Precision Machinery Co Ldt -, parlando della po- litica di investimenti in Italia della sua multinazio- nale, ha sottolineato che le loro recenti operazioni di acquisto di aziende italiane non sono rivolte alla semplice acquisizione delle tecnologie, ma in gene- rale a un radicamento nel contesto produttivo della nostra penisola. La finalità è di sviluppare tutte le potenzialità dell’azienda acquisita, compresa la professionalità dei lavoratori italiani che, con la loro esperienza e le loro competenze, si situano nella fascia alta delle professionalità. Un appunto ai lavoratori italiani viene però fatto sull’aspetto della conoscenza delle lingue, in partico- lare l’inglese e il cinese, la cui cono- scenza darebbe a tutti i lavoratori quella marcia in più assolutamente necessaria per competere sui mer- cati internazionali. L’invito esplicito è quindi rivolto alle nuove genera- zioni di italiani a compiere uno sforzo in più e a non limitarsi sol- tanto allo studio della lingua cinese, ma spingersi oltre nella compren- sione della cultura, la cui familiarità è fondamentale per convivere e cre- scere in azienda. Una riflessione è rivolta quindi agli studi universitari. Esistono delle lauree che ga- rantiscono più di altre la possibilità di trovare un posto di lavoro, come ad esempio ingegneria, so- prattutto nelle aziende con un respiro internazio- nale. Tuttavia resta anche chiaro che se il territorio continuerà a non offrire importanti opportunità ai giovani, essi si rivolgeranno all’estero e questo sa- rebbe una gravissima perdita per tutti. Italia e Cina possono quindi collaborare per mantenere aziende e lavoro sul territorio a vantaggio di entrambi i paesi. Per fare questo serve che il legame tra genera- zioni cinesi in Italia sia mante- nuto e non disperso, poiché le tradizioni culturali, così impor- tanti nelle nostre relazioni in- ternazionali, passano attra- verso i legami di sangue tra ge- nitori e figli. Jin Yangkun, direttore generale della sede milanese della Industrial and Commercial Bank of China ( www.icbc.com.cn ) , la banca più capitaliz- zata al mondo, ha impostato il suo intervento con una panoramica complessiva. Ha sottolineato che i rapporti tra Italia e Cina sono antichi di secoli e si sono sviluppati lungo l’antica Via della Seta. Anche memore di questi legami, nel contesto odierno della globalizzazione, la Cina è il terzo partner commer- ciale sia per l’import che per l’export dell’Italia. I settori maggiormente interessati sono quello mec- canico, alimentare, della moda e del design. Per fare in modo che questi rapporti continuino sul lungo periodo bisogna consolidarli sulla base di un reciproco vantaggio economico e sull’approfondi- mento delle relazioni umane tra le popolazioni. In Cina, ad esempio, c’è necessità urgente di lavorare alla costruzione di uno stato sociale, che metta in relativa sicurezza sia la sua popolazione anziana, che quella bisognosa di cure e assistenza. Le eccel- lenze italiane nel campo sanitario e della cura alla persona, nonché la vivibilità delle medie città ita- liane possono diventare un modello da cui la so- cietà cinese può prendere spunto. In tutto questo i giovani di oggi in generale e in particolare le se- conde generazioni si devono considerare il futuro per i rapporti tra Cina e Italia. Il loro contributo è fondamentale nella definizione di nuove idee, ener- gie, competenze nel mondo del lavoro. A tutto ciò si aggiungono due premesse indispensa- bili. Da parte italiana è necessario fare di più per l’ottenimento della cittadinanza da parte dei citta- dini cinesi nati o cresciuti in Italia. Da parte cinese è necessario assumere l’impegno di fare in modo che i media nazionali si occupino maggiormente delle seconde generazioni all’estero, anche quando esse cambiano cittadinanza, valorizzandone la loro funzione, preziosissima in quanto ponte cul- turale ed economico tra la Cina e il mondo e l’Ita- lia in particolare. Gianni Scravaglieri © Max Bashyrov / 2014 CINESI D’ITALIA GENNAIO/FEBBRAIO2017 MC 43 D

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