Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2017

GENNAIO/FEBBRAIO2017 MC 33 quello di Pio X, divenuto la base della formazione reli- giosa per oltre mezzo secolo, fino al concilio ecume- nico Vaticano II che pose le basi nuove per il «rinnova- mento della catechesi» in chiave biblico-esperienziale e non più dogmatico-nozionistica. IL CATECHISMO DI PIO X Il Catechismo di San Pio X, dal titolo Catechismo Mag- giore , fu edito per la prima volta nel 1905; era compo- sto da 993 domande e relative risposte. Successiva- mente fu semplificato nel Compendio della dottrina cristiana , testo ufficiale e obbligatorio per la forma- zione cattolica. Nel 1912 fu redatta una sintesi detta Catechismo della dottrina cristiana con 433 domande e risposte. Al fine di predisporre un sussidio «sicuro» per la preparazione alla prima comunione che lo stesso papa estese anche ai bambini che avessero compiuto i sei anni di età, fu stampata un’edizione ri- dotta con il titolo Primi Elementi della Dottrina Cri- stiana che conteneva l’essenziale minimo del prece- dente Catechismo della dottrina cristiana . Alcune ri- stampe furono corredate da illustrazioni e figure. Do- mande e risposte dovevano essere imparate a memo- ria. Si facevano anche i «campionati di Dottrina» con premi per chi imparava più domande e relative rispo- ste. Il catechismo di Pio X restò in auge fino al concilio Vaticano II. Oggi è ripreso, ristampato e usato dai tra- dizionalisti, nostalgici del ritorno al passato e in modo particolare dalla Fraternità «San Pio X», che fa capo al- l’oppositore del concilio, mons. Marcel Lefebvre e ai suoi discendenti, comunemente conosciuti come «le- febvriani». Tappe del catechismo Nello spirito del dopo concilio, in Italia nacque il labo- ratorio catechistico, cui posero mano pedagogisti, bi- blisti e catechisti di eccezionale valore e competenza che prepararono gli strumenti adatti per rinnovare dalle fondamenta la catechesi, non più «settoriale», ma finalizzata alla formazione costante, dalla nascita fino alla morte. La riforma conciliare vide il catechismo come «vademecum» di ac- compagnamento della lettura e della preghiera della Bibbia per «tutta la vita», un commento perenne alla Parola di Dio, non finalizzato a questo o a quel sacramento, tappe occasionali, ma alla vita nella pienezza della fede. Fu una scommessa di grande respiro, forse il frutto più bello del concilio Vaticano II in Italia. Nel 1970 fu pubblicato il testo base «Il rinnova- mento della Catechesi» con le indicazioni su come dovesse essere compilato il catechismo, diviso per età di crescita, dal momento del con- cepimento alla morte. La formazione cristiana, infatti, inizia durante la gestazione con la prepa- razione di papà e mamma che, mentre pensano alla culla e ai pannolini, possono prepararsi col volumetto «Il catechismo dei bambini - Lasciate che i bambini vengano a me» (da 0 a 6 anni), cui seguono altri otto volumi che accompagnano le varie fasi della vita, fino all’età adulta. Se cre- dere è vivere, il catechismo è lo strumento della vita credente. Il catechismo per età nacque «ad expe- rimentum» e si concluse nel 1995 con i testi definitivi. Venticinque anni di lavoro che il vento della restaura- zione fece arenare attestandosi su posizioni «conte- nutistiche e nozionistiche», finalizzate ancora alla «prima comunione, alla prima confessione, alla cre- sima, ecc.». Un quarto di secolo perduto perché non c’è nulla di più tragico che offrire testi, formalmente avanzati, ma usati con mentalità rivolta al passato, in- capace di cogliere il comandamento di Dio negli eventi e nella storia. Si preferisce rifugiarsi nel calduc- cio delle certezze effimere che emergono dalle for- mule e dai riti, piuttosto che faticare nella ricerca di senso che è sempre una gestazione. La tradizione di- venta così la scusa della propria pigrizia. Chiunque può fare l’esperimento, in qualsiasi mo- mento: le chiese oggi sono vuote e i pochi presenti sono tutti anziani; bambini e giovani sono diminuiti nel numero per vari motivi, anche demografici. Quelli che restano, finito il «dovere prescritto» come amara medicina, si sciolgono come neve al sole. I matrimoni civili in Italia hanno superato i matrimoni religiosi e sempre più morti rifiutano i funerali religiosi. I più sprovveduti superficiali attribuiscono queste conseguenze al concilio Vaticano II che avrebbe di- strutto la fede e la tradizione, perché, poveretti, senza catechismo a domande e risposte, non sono in grado di formulare un pensiero. Hanno bisogno del ri- cettario per giustificare la loro insipiente incapacità e povertà di spirito. I più sapienti, invece, pensano che tutto ciò, ancora oggi, sia dovuto a mancanza di coraggio e di fede nello Spirito, memori delle parole dure di Gesù ai fari- sei del suo e di tutti i tempi: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione» (Mc 7,9). La situazione di oggi non è colpa della secolarizzazione, ma responsabilità di un clero incapace che ha dato vita a una catechesi inade- guata, guardando più al numero (quantità) che alla qualità della formazione. MC R

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