Missioni Consolata - Marzo 2016

MARZO 2016 MC 31 MC ARTICOLI venta aperta tra fazioni e si diffonde in tutto il paese. Non ci sono negoziati politici. Il rischio umanitario interessa due milioni di persone. Terzo : le violenze di- vampano e assumono una conno- tazione etnica, con incitazione a crimini contro l’umanità, crimini di guerra e genocidio. Il memorandum ipotizza l’invio di una missione di caschi blu, possi- bile solo con risoluzione del Consi- glio di Sicurezza. Fatto più allar- mante, secondo l’autore del testo: «L’Onu non sarebbe attualmente in grado di proteggere la popola- zione burundese senza un aiuto degli stati membri». Un primo ef- fetto del rapporto è la missione del consiglio di sicurezza nel paese il 20 gennaio. Il consigliere per la comunicazione della presidenza del Burundi, Willy Nyamitwe, reagisce immediata- mente con un tweet: «Il rapporto mente». Anche il cooperante ci confida la sua visione: «Può essere un periodo che durerà. Può in- staurarsi una guerra civile. Sono andati troppo oltre. A livello inter- nazionale gli interventi economici per mettere in difficoltà il governo sono stati fatti. Ma questi sono ex guerriglieri, abituati a stare in fo- resta, a vivere con poco, ad am- mazzare. Quindi resisteranno fino alla fine». Marco Bello ché abbandonato dai rappresen- tanti dell’esecutivo. Il governo burundese rifiuta di ri- conoscere, e quindi dialogare, con il Consiglio nazionale per il ri- spetto dell’accordo di Arusha e il ritorno dello stato di diritti in Bu- rundi (Cnared). Si tratta di una piattaforma composta da ex com- pagni di partito del presidente, oppositori e società civile che chiede al presidente di farsi da parte. Ci racconta il giornalista burundese: «Nel dialogo a Kam- pala, il governo ha detto che non può sedersi con il Cnared. Alla te- sta della piattaforma, nella quale si incontrano tutti gli oppositori in esilio, c’è Léonard Nyangoma, an- che lui ex ribelle. Tutti i vecchi del Cndd che si sono opposti al terzo mandato. Il governo non vuole parlare con loro. La situazione si complica. La mediazione del pre- sidente ugandese Museveni non è abbastanza forte». Il governo accusa i membri del Cnared di aver partecipato al tentato golpe del maggio 2015. Così la data suc- cessiva prevista dalla mediazione per il dialogo, il 6 gennaio, salta. Intanto il Consiglio di pace e sicu- rezza dell’Unione africana (Ua) vorrebbe mandare una missione multinazionale di interposizione per bloccare l’escalation di vio- lenze, ma il governo di Nkurun- ziza non ne vuole sapere e la vede come una «forza d’inva- sione straniera». «Sì, l’Ua vuole inviare delle truppe, ma il governo le ha rifiu- tate. L’ultima parola è all’Ua, ma per intervenire in un paese mem- bro sono necessari i due terzi dei voti favorevoli dell’assemblea. Io non penso che si potranno avere, perché la maggior parte dei presi- denti sono dei dittatori, e sono al potere da decine di anni. C’è Ka- game che ha ufficializzato il suo terzo mandato (potrà governare fino al 2034, nda ), Museveni ha più di 20 anni al potere, Mugabe è il più vecchio». Così pure l’iniziativa dell’Ua, de- cisa il 18 dicembre, rimane senza seguito. Tre scenari per il futuro Anche l’Onu vuole evitare il peggio e potrebbe finanziare la missione dell’Ua. L’operazione più veloce sarebbe spostare in Burundi parte dei caschi blu della Minusco, pre- senti nel vicino Congo. Un rapporto confidenziale per il Consiglio di sicurezza dell’Onu, realizzato da Hervé Ladsous, capo delle operazioni per il manteni- mento della pace in Burundi, di- ventato pubblico a inizio gennaio, ha ipotizzato tre possibili scenari futuri. Primo : la situazione resta stabile, con gravi ripetute viola- zioni dei diritti umani. In questo caso occorre favorire una mis- sione dell’Ua. Secondo : la vio- lenza sale di livello, in seguito a una scissione nell’esercito o a un assassinio politico. La guerra di- © Stringer / AFP

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