Missioni Consolata - Dicembre 2015

MC ARTICOLI DICEMBRE 2015 MC 57 si sono accorti che se n’erano an- dati. Così, senza neanche dire gra- zie. E di storie come queste ne ho sentite tante». Profughi, tra crisi e speranze La crisi del milione e mezzo di rifu- giati interni è solo l’ultima in or- dine di tempo che l’Ucraina si trova ad affrontare. Impreparata a un evento di tale portata così come lo era per la guerra. Mentre nel Donbass si profila sempre di più lo scenario di un conflitto con- gelato e l’ipotesi di un ritorno della Crimea svanisce sul fondo del Mar Nero, quel che resta del- l’Ucraina si trova ad affrontare i problemi di sempre, corruzione, economia allo sfascio, stato so- ciale inesistente. Stavolta, però, con una buona dose di speranza e lo sguardo rivolto a Ovest. Danilo Elia # A destra : murales indipendentisti nel centro di Donetsk. Sotto : citta- dini di Donetsk protestano contro la cacciata di Janukovi č . Pagina precedente : la chiesa greco-catto- lica di S. Andrea, un tempo catto- lica romana, nel complesso del mo- nastero dei Bernardini a Leopoli. S CHEDA O BC O SSERVATO - RIO B ALCANI E C AUCASO N ato nel 2000, con sede a Rovereto (Trento), l’«Osservatorio Balcani e Caucaso» (Obc) si occupa dei paesi del Sud-Est europeo e di quelli appar- tenenti all’area post-sovietica. Segue in totale 26 stati attraverso 50 corri- spondenti in loco, che vanno ad ag- giungersi a giornalisti, ricercatori e studiosi. Nonostante i riconoscimenti ottenuti, in questi mesi l’Osservatorio ha vissuto un momento di crisi dovuto alla ridu- zione dei finanziamenti pubblici. La re- dazione di MC ribadisce il proprio sin- cero apprezzamento per l’opera di Obc, auspicandone un futuro di sviluppo e rafforzamento. Q uesta è la settima puntata della collaborazione tra Obc e MC, dopo quelle su Transnistria (luglio 2014), Moldavia (ottobre 2014), Cecenia (no- vembre 2014), Bielorussia (dicembre 2014), Bulgaria (gennaio 2015) e Tur- chia (luglio 2015). • www.balcanicaucaso.org • www.rivistamissioniconsolata.it realtà è la città più emancipata ed «europea» di tutto il paese. «Sì, ci hanno accolto a braccia aperte. Si vive bene qui, la gente è disponi- bile, la città è bella», dice Khan-Te- mir. Molti hanno avuto un alloggio temporaneo dal comune, altri hanno trovato ospitalità in fami- glia o in case sfitte. Non solo ta- tari, ma anche sfollati dall’est in guerra. Le cose, però, stanno cam- biando. «La città è meno sicura di un tempo», dice Olja, insegnante di inglese. «Sono aumentati i furti nelle case e pure le rapine per strada. C’è un sacco di gente che è arrivata e non ha un lavoro». Rallentato lo slancio iniziale, appe- santiti da una crisi economica che ha dimezzato il potere d’acquisto delle famiglie, in molti non sono più così contenti di ospitare i pro- fughi dell’est. «Non ho niente con- tro di loro», continua Olja. «Però, per esempio, dei miei amici hanno ospitato una famiglia in una loro casa. Gratis. “Almeno finché non trovano un lavoro”, hanno pen- sato. Dopo tanti mesi che di soldi non se ne vedevano, gli hanno chiesto di pagare almeno per le spese. Ma niente. Un giorno, poi,

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