Missioni Consolata - Luglio 2014

46 MC LUGLIO 2014 «I l mio nome è José Cornelio Chicas, quando si verificò il massacro (il caso conosciuto come Massacro del Jun- quillo, avvenuto il 14 marzo 1981 nell’o- monimo caserío - borgo - del municipio di Cacao- pera, nel dipartimento di Morazán, ndr ) avevo 27 anni, ora ne ho 58». Stringendo il cappello tra le mani e con la voce che sussulta, don Cornelio rac- conta la storia di sua madre, di sua moglie, dei loro quattro bambini - l’ultimo dei quali nato 22 giorni prima -, dei suoi fratelli con le loro mogli e i loro figli, spazzati via uno a uno dalla violenza cieca del battaglione Atlacatl, per il folle progetto politico che pretendeva di eliminare la guerriglia circondandola di «terra bruciata», ossia stermi- nando i villaggi contadini in cui i guerriglieri po- tevano, potenzialmente, trovare sostegno. Mentre don Cornelio con dolcezza chiama per nome i suoi bambini, racconta della fuga, degli spari, del maiale che divorava i resti dei più pic- coli e del volo degli avvoltoi sulla sua casa bru- PICCOLE PRATICHE DI GIUSTIZIA RIPARATIVA PERNONESSERE PIÙ «TERRABRUCIATA» DI A NNALISA Z AMBURLINI Abbracciare chi ha sofferto, costruendo uno spazio in cui il suo grido di giustizia possa final- mente esprimersi e trovare ascolto. Narrare e fare memoria del passato, traendone un monito per il futuro. Chiamare lo stato a rispondere per le sue azioni e omissioni. Sono alcuni degli in- tenti del Tribunal internacional para la aplicación de la justicia restaurativa , iniziativa privata che intende restituire una risposta di giustizia alle vittime dei gravi crimini compiuti nei de- cenni passati in El Salvador. In senso orario da sopra : José Cornelio Chicas parla di fronte al Tribunal Internacional para la aplicación de la justicia restaurativa. | Le persone presenti alla ses- sione del Tribunal ascoltano i testimoni delle violenze. Accanto a loro è appeso uno striscione fatto dagli stessi partecipanti. | L’Idhuca, con la collaborazione de- gli studenti degli ultimi anni di psicologia, porta avanti attività di appoggio psicosociale alle vittime. In questa foto un signora sta spiegando il suo disegno e raccon- tando le circostanze in cui perse i suoi cari.

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