Missioni Consolata - Luglio 2014

LUGLIO 2014 MC 33 D etto così, assumere la pillola di questo mese parrebbe un lavoro per Superman, ma non lo è. La miglior prova di questo è che ci è prescritta dallo stesso Allamano, un uomo forte ed energico spiritualmente, ma fisicamente li- mitato al punto da dover rinunciare ai suoi sogni missionari di gioventù per dedicarsi a un’attività che, geograficamente parlando, non si sposterà mai molto dalla sua Torino. Giuseppe Allamano scopre un modo suo di essere missionario, con un’inventiva e una capacità di vi- sione davvero grandi. Crea e dirige l’avventura evangelizzatrice dei suoi missionari e delle sue mis- sionarie a partire dal Santuario della Consolata. Una volta capito e individuato il fine della sua voca- zione, energia, forza, determinazione e perseve- ranza vengono messi completamente al servizio della missione che si concretizzerà nella fondazione di due Istituti missionari e nell’invio di tanti altri preti, fratelli e suore. Personalmente si riserva di frequentare altre fron- tiere, più nascoste e a volte più insidiose, quelle che si snodano nei meandri del cuore dell’uomo. Fisicamente, la missione non lo porta lontano ma spiritualmente arriva dappertutto. L’energia che gli occorre per portare avanti tutto il suo lavoro è sempre molta. Ci vuole allenamento, perseveranza, fatica; anche il lavoro spirituale ha bisogno di ore di palestra. Una missione così caratterizzata impedisce a coloro che la vivono di presentarsi al mondo come persone accidiose, fiac- che, indecise, deboli. L’Allamano ri- fuggiva le mezze volontà, il non essere né caldi né freddi. La passione riscalda e il Van- gelo se servito tiepido vanti a una di quelle palestre che mettono i mu- scoli dei propri clienti in vetrina. La miglior pubbli- cità la facevano proprio loro, impiegati, studenti e casalinghe, sbuffando come treni su cyclette anco- rate saldamente al suolo, ma immaginariamente lanciate verso la volata finale della Parigi Rou- baix. La loro fatica e lo sforzo visibile diventavano un messaggio immediatamente percepibile: anche tu ce la puoi fare, entra, suda e starai bene. Giuseppe Allamano sapeva che una missione esi- gente come quella che attendeva i suoi missionari poteva essere portata avanti soltanto grazie a un fi- sico capace di reggere le difficoltà di una vita spar- tana e a uno spirito forte, volitivo, intransigente. Soprattutto, era convinto che disporre di queste caratteristiche presupponeva una grande disciplina e tanto allenamento. Prima di lui, lo stesso san Paolo aveva detto qualcosa di simile parlando della sua missione, della volontà che lo animava a fare tutto per il Vangelo, e a farlo per tutti (cfr. 1Cor 9, 22-23). Anche lui prevedeva la necessità di un alle- namento spietato: «Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l’aria, anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato» (1Cor 9, 26-27). Chiaramente, qui c’è in gioco ben di più che il semplice benessere fisico. E noi, non potremmo dire la stessa cosa parlando della missione che ci attende oggi? Che cosa po- trebbe voler significare «essere energici, forti e vi- rili nell’apostolato» per noi, cristiani e missionari nell’Europa attuale? Il termine «virili» a noi suona male perché sembra escludere tutte le missionarie che operano per la causa e la diffusione del Van- gelo. Useremo perciò il termine nella sua accezione più vasta che comprende varie sfumature, tutte utili a chiarire il concetto che l’Allamano vuole tra- smetterci: forza, maturità, risolutezza, coraggio, determinazione. Del resto, l’Allamano voleva che le sue stesse missionarie potessero avere queste ca- ratteristiche ben marcate in modo da poter affron- tare il rigore della missione dei suoi tempi con suf- ficiente disinvoltura. Un missionario con queste caratteristiche è dun- que un missionario capace di compiere un lavoro adesso o di essere potenzialmente in grado di poterlo fare in futuro, consapevole e con- vinto di ciò in cui crede, perseverante nella sua missione e con la forza fi- sica e spirituale sufficiente per portarla avanti. MC RUBRICHE # In queste pagine : giochi alla Consolata School di Nairobi. Pagina seguente : padre Daniele Giolitti in Mongolia, nel deserto del Gobi.

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