Missioni Consolata - Giugno 2014

resistenze profondissime, ad esempio da parte di molti giorna- listi che si sentono spodestati dal proprio ruolo di detentori della notizia e fanno difficoltà a ridefi- nire il mestiere stando dentro il flusso delle informazioni e accet- tando il contributo dei non pro- fessionisti. Ancora più sorpren- denti sono le resistenze nel mondo delle associazioni e del non profit, che dovrebbero essere apparentemente le più votate a questo tipo di comunicazione. Come sosteneva Paolo Ferrara, responsabile raccolta fondi del- l’Ong Terres des Hommes , già nel 2008: «La rete è quella piazza in cui le Ong possono recuperare il rapporto con la gente e con il ter- ritorio, che negli anni hanno perso». A inizio 2013, Ong 2.0 1 ha realiz- zato una ricerca su tutte le Ong italiane registrate al ministero Af- fari esteri. In sintesi i risultati hanno evidenziato che la maggior parte di esse tende a usare siti, blog e social network come sem- plice vetrina delle proprie attività, nel senso più tradizionale del marketing: cioè come «canale» per informare o lanciare eventi e campagne, come si farebbe con uno spazio pubblicitario in Tv. Molto meno si lasciano permeare da un nuovo modo di lavorare che vede gli utenti protagonisti attivi e coproduttori di contenuti. Dialogo continuo, on line «Non si tratta di promuovere pro- dotti vecchi attraverso nuovi ca- comporta. Il navigante 2.0 è Upa ( User , author , publisher ), ovvero autore, editore, diffusore di se stesso; e ha a disposizione dei po- tentissimi mezzi per promuovere le sue idee. Informazione «collettiva» Da Wikipedia in poi niente è più stato come prima: l’informazione non è più unidirezionale ma si co- struisce collettivamente, in un processo che prosegue nel tempo e non è finito al momento della pubblicazione. Come sostiene il giornalista americano Mathew In- gram: «La notizia si è trasformata da prodotto a processo». Ecco perché nell’epoca del web non ha più senso «bombardare di messaggi» i nostri lettori, come dice il santo Padre, ma è necessa- rio dialogare, incessantemente, «attraverso la disponibilità a coin- volgersi pazientemente e con ri- spetto». E, direi di più, non siamo di fronte a una scelta etica o mo- rale, ma una necessità per tutti perché la comunicazione nell’e- poca dei social network è intrinse- camente conversazione. Ma se tutto questo è probabil- mente molto chiaro ormai a li- vello teorico, non lo è altrettanto nella vita quotidiana. Si verificano COMUNICAZIONI L a testata «Volontari per lo Sviluppo» lancia la cam- pagna #cooperazionefutura e chiede di immagi- nare la cooperazione internazionale di domani, par- tendo dalla piattaforma di Ong 2.0. Un nuovo spazio on- line che sarà il punto di partenza per informare, formare e connettere esperienze sull’uso dell’innovazione sociale e delle nuove tecnologie nella cooperazione. Telemedicina, applicazioni per l’agricoltura, droni per le emergenze, big data … ma anche social business e sha- ring economy stanno ridisegnando le relazioni tra paesi. E il Sud del mondo si scopre, in molti casi, più avanti di noi nell’uso creativo della tecnologia e dei nuovi sistemi di economia sociale. Così i vecchi schemi dell’aiuto allo sviluppo appaiono sempre più superati, mentre diventa possibile coinvol- gere le popolazioni rurali attraverso semplici sms, at- tuare scambi economici attraverso i social network o mappare in tempo reale situazioni di crisi con software gratuiti. O ng 2.0, progetto nato tre anni fa dall’équipe di Vo- lontari per lo Sviluppo, edito da Focsiv, Cisv e altre 12 Ong, è oggi una testata e un centro di forma- zione e servizi online sulle nuove tecnologie per la coope- razione. Nell’ultimo anno ha formato attraverso i webi- nar (seminari online) oltre 2.500 persone in tutto il mondo. Ora è allo studio una nuova piattaforma e una app di Ong 2.0 che aiuti a connettere le esperienze e realizzare pro- getti sperimentali tra Nord e Sud anche con la finalità di facilitare l’entrata dei giovani nella cooperazione interna- zionale. Per questo la campagna #cooperazionefutura: conoscere le idee, le necessità e le difficoltà di chi vive, o vorrebbe vivere, la cooperazione internazionale oggi. Si può inviare la propria idea sul form della campagna di Ong 2.0 (www.ong2zero.org ) oppure con un tweet a @ri- vistavps, una foto o un post sul canale Facebook (https://www.facebook.com/cambiareilmondoconilweb ) utilizzando l’hashtag #cooperazionefutura. La campagna di Ong 2.0 Ripensare la cooperazione 10 MC GIUGNO 2014

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