Missioni Consolata - Giugno 2013

questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, tu mi avrai rinnegato tre volte” (Mc 14,30). Chávez è stato tradito non tre, ma un milione di volte (tanti sono i voti venuti a mancare, ndr ). È stato un risultato doloroso e tri- ste, ma la rivoluzione non si ferma e la nostra democrazia ha vinto una nuova battaglia. E tutta- via, se un milione di persone hanno tradito, sette milioni e mezzo di venezuelani sono rima- sti fedeli. Quanto al carisma e alla statura di Maduro, il problema non sussi- ste. Egli non deve inventare nulla dato che il presidente Chávez ha lasciato il programma di governo per i prossimi anni ( Piano della patria ). Il neo presidente dovrà soltanto metterlo in pratica, aiu- tato da una compagine governa- tiva di sicuro valore e dalla nostra democrazia partecipativa». H enrique Capriles, candidato dell’opposizione e governa- tore di Miranda, non ha ricono- sciuto la vittoria di Maduro (50,78% contro 48,95%), fomen- tando un clima di violenza che ha provocato morti e feriti. Confer- mando la propria serietà (certifi- cata dal Centro Carter), il Consi- glio elettorale (Cne) ha accettato il ricorso e ha ordinato il controllo dei voti espressi elettronica- mente. È infine interessante ri- cordare che, nel referendum del 2007, la proposta di riforma costi- tuzionale presentata da Chávez venne bocciata con il 50,7% di «no». Il presidente riconobbe su- bito quella sconfitta, prima ed unica della sua storia politica. Paolo Moiola era interpretato come una “man- canza di rispetto”. So che, in molte occasioni e in diversi modi, Chávez ha cercato una riconcilia- zione o almeno un dialogo con loro. Inutilmente, in quanto alcuni di essi si sono sempre opposti, trincerandosi dietro una posi- zione radicale contro di lui, accu- sato di aver offeso la loro dignità. A quanto ho capito, è questa la radice di un conflitto mai risolto». Al di là delle sue personali spe- ranze, secondo lei senza Chávez la rivoluzione bolivariana potrà continuare? «In varie occasioni il presidente Hugo Chávez disse: “Io sono sol- tanto una semplice paglia mossa da questo uragano chiamato Ri- voluzione bolivariana”. Lui si con- siderava un servitore del popolo tanto da dire: "Io non sono più Chávez. Chávez è tutto un popolo che grida: ‘Siamo tutti Chávez’"». Questo è lo slogan gridato dalla sua gente nei giorni della morte... «Questo non è un semplice “slo- gan”. È una realtà diventata evi- dente in quelle lunghe file davanti alla sua bara di migliaia di ammi- ratori che andavano a testimo- niare la propria riconoscenza e le proprie convinzioni. Il mondo ne è stato testimone. Sono convinto che lo spirito di Chávez conti- nuerà ad accompagnarci così come quello di Simón Bolívar che il presidente seppe magistral- mente “resuscitare dalla sua tomba”, dove i potenti ipocrita- mente andavano a “onorare la sua memoria” e ad assicurarsi che l’eroe continuasse “a ripo- sare in pace e ben morto”. Vivo in questo paese da ben 45 anni e posso dire che questa rivoluzione si è generata nel popolo venezue- lano molti anni fa. Molti profeti popolari avevano già alzato la loro voce di protesta (tra cui il famoso cantante popolare Ali Primera). Hugo Rafael, con molta saggezza, ha saputo raccogliere l’ardore ri- voluzionario del popolo venezue- lano e trasformarlo in un “potere sostanziale” attraverso un’as- semblea costituente (che fun- zionò da agosto a novembre del 1999, ndr ) che ha prodotto la mi- gliore Costituzione delle Ameri- che (ma io direi del mondo)». Le costituzioni sono fondamen- tali, ma spesso non si traducono in fatti. Come vede il futuro del Venezuela, padre? «Il futuro sarà l’occasione per ap- profondire ulteriormente la no- stra idea conosciuta come “So- cialismo del Secolo XXI”». Padre, lei vuole farmi licenziare! In questo mondo parlare di so- cialismo è quasi una bestemmia, ancora di più se detto da un prete cattolico... «Ma è un socialismo molto di- verso dagli esempi dei secoli pas- sati! Il passato è passato. Il socia- lismo alla venezuelana è più ispi- rato al Vangelo di Gesù di Naza- reth e alla spiritualità degli ay- mara della Bolivia; più alle idee ecologiste e bolivariane che alle ideologie europee dalle quali ab- biamo comunque attinto alcuni elementi importanti e strategici. Questa è una strada non soltanto per il Venezuela, ma per quella grande patria che è l’America e per gli altri popoli del mondo, che desiderano unirsi. La rivoluzione di Chávez, Bolívar, Martí, San Martín, Lincoln, Martin Luther King, Gandhi continuerà con altri grandi spiriti che - io ne sono certo - sempre ci accompagne- ranno. Il futuro è nostro finché non avremo bandito dalla terra la fame, l’ingiustizia, lo sfrutta- mento e la malvagità». Intanto, padre Pablo, nelle ele- zioni di domenica 14 aprile 2013 Nicolás Maduro ha vinto di stretta misura. Il nuovo presi- dente non sembra avere né il ca- risma né la statura politica di Hugo Chávez. «Non nego che quella del 14 aprile è stata una vittoria amara. Mi sono venute in mente le parole di Gesù: “Io ti assicuro che oggi, VENEZUELA 24 MC GIUGNO 2013 # Due famosi saggi dedicati al golpe di aprile 2002: quello scritto da Eva Golinger (2005) e quello di Ernesto Villegas Poljak (2009).

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