Missioni Consolata - Giugno 2013

mente, andai a trovare un amico e fratello, “dottore in Teologia mo- rale”. Gli chiesi la sua opinione sulla legge. Egli mi rispose: è così buona che l’unica cosa che manca sono le “citazioni bibliche” a mar- gine. Al ché io gli ribattei: e per- ché voi non lo dite in pubblico? Mi rispose: se lo dicessimo, direb- bero che siamo "chavisti", cioè partigiani di Chávez». Oltre a quella legge, i media e l’opposizione contestano la chiu- sura - nel maggio 2007 - del ca- nale privato Radio Caracas de Te- levision (Rctv). «In Venezuela non si è mai chiuso alcun media dell’opposizione. Per quanto riguarda il caso di Rctv, la sua cessazione fu determinata dal mancato rinnovo della conces- sione. Questa non fu rinnovata a causa della violazione della legge e dell’uso improprio dell’etere, uno spazio pubblico di cui - è bene ricordarlo - non si è mai proprietari, essendo esso un bene di tutti». Il Venezuela di Chávez ha ottimi rapporti con Cuba. Ciò viene preso a pretesto dagli Stati Uniti per attaccarlo. Tuttavia, alcune relazioni con paesi come l’Iran e la Bielorussia sono effettiva- mente discutibili. Che strategia segue il Venezuela nel campo delle relazioni internazionali? "disarmo". Ha già raggiunto al- cuni risultati, ma non quelli che ci aspettavamo. In verità, abbiamo bisogno di “disarmarci nella mente e nel cuore”, perché qui sta il problema principale. Noi della Chiesa, in forza del nostro ruolo, stiamo lavorando in questa direzione». Altra accusa mossa al Venezuela riguarda la libertà di espres- sione. I proprietari dei media ve- nezuelani sostengono di essere danneggiati dal governo boliva- riano con la legge sulle Tv e con la «cadena nacional», cioè l’ob- bligo di trasmettere programmi o messaggi delle autorità gover- native. Cosa risponde a queste critiche? «Le “catene televisive” del presi- dente - e in particolare il suo pro- gramma “ Aló, Presidente ” - hanno rappresentato l’unico modo che il governo di Hugo Chá- vez aveva per comunicare con ve- ridicità tutto quello che stava fa- cendo la rivoluzione bolivariana. Una verità completamente occul- tata dai media privati. Prima della rivoluzione in questo paese tutti i mezzi di comunica- zione erano in “mani private” ov- vero nella totale disponibilità delle oligarchie che manipolavano (e continuano a manipolare) le per- sone con le loro bugie o “mezze verità” per confondere e favorire i propri esclusivi interessi. Senza dubbio, i media privati, molto più forti e potenti in termini di qualità e portata rispetto alla televisione pubblica, sono perennemente “in catena nazionale”, cercando di di- storcere la realtà 24 ore al giorno. In Venezuela dobbiamo affrontare una vera e propria “guerra me- diatica”». Una guerra che ebbe il suo apice durante il golpe dell’aprile 2002 quando i canali televisivi privati ebbero un ruolo di primo piano nella (temporanea) destituzione del presidente Chávez. «Appunto per questo, nel dicem- bre 2004, è stata emanata la “Legge di responsabilità sociale nelle radio e in televisione” (nota con l’acronimo di Resorte ), che regola l’uso dei mezzi di comuni- cazione di massa. Mi ricordo che, dopo averla tenuta tra le mani e averla letta attenta- «La Repubblica bolivariana del Venezuela è una nazione libera e indipendente e come tale ha il di- ritto di avere rapporti con tutti i paesi che ritenga opportuno, senza alcun tipo di ingerenza straniera. Come nazione noi desi- deriamo avere le migliori relazioni con tutti i paesi fratelli. La sola cosa che pretendiamo è il rispetto per la nostra indipendenza e so- vranità. Condivido pienamente la politica internazionale esercitata dal nostro presidente Hugo Chá- vez. Oggi il Venezuela è rispettato in tutto il mondo anche per la sua capacità di aiutare i popoli più bi- sognosi. Ci siamo resi conto che la nostra ricchezza - il petrolio - ci è stata donata dal Creatore per servire le nazioni più povere e non per sfruttare gli altri o per rega- larla agli imperi di turno, diven- tandone i servi. Abbiamo ottimi rapporti con paesi di diverse cul- ture e ideologie che ci rispettano e che non ci sfruttano come ha fatto un tempo l’impero nordame- ricano. Ho la certezza che la poli- tica internazionale finora seguita continuerà anche con il nuovo presidente Nicolas Maduro, che era stato cancelliere del presi- dente Chávez». Nei suoi interventi pubblici, il presidente Chávez faceva spesso riferimento alla propria fede, con citazioni dai testi sacri e con- siderando Gesù Cristo un rivolu- zionario ante litteram . Eppure, la Chiesa cattolica, soprattutto la gerarchia venezuelana, è sem- pre stata un durissimo avversa- rio del presidente, tanto da dare il suo supporto al golpe dell’a- prile 2002. Come spiega questo atteggiamento? «Io ho sempre creduto nella fede di Hugo Chávez, ma più per quello che faceva che per quello che diceva. Ancora una volta mi permetto di parafrasare il Van- gelo secondo Matteo: “Dai suoi frutti l’ho conosciuto”. Hugo Chá- vez, come un profeta, ha detto al- cune verità a qualche alto espo- nente della chiesa venezuelana (a volte io non ero d’accordo, non su quello che diceva, ma come lo di- ceva). Costoro non erano abituati a sentirsi dire in faccia, da qual- cuno a quei livelli, alcune verità e ciò non è mai stato perdonato. Il comportamento del presidente GIUGNO 2013 MC 23 MC ARTICOLI # In alto : la prima pagina del quotidiano gratuito Ciudad CCS del 15 aprile 2013, il giorno successivo alla (stretta) vittoria di Maduro. Pagina precedente : il medesimo quotidiano il 7 marzo, giorno dei funerali di Hugo Chávez.

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