Missioni Consolata - Marzo 2013

MACEDONIA delle loro carriere lavorative) nel settore dell'edilizia, anche se non sono rari i casi di avvia- mento di attività imprenditoriali autonome dopo alcuni anni di la- voro dipendente, non per forza nello stesso settore, come testi- monia un immigrato di origini macedoni intervistato nel corso dell'inchiesta. «Sono arrivato a Piacenza nel 1999, anch'io sono stato clandestino per un paio d'anni. Ho lavorato duro come manovale e poi come camionista, alla fine sono riuscito a realiz- zare il mio sogno ovvero aprire un salone di parrucchiere». Le seconde generazioni spesso se- guono i percorsi professionali già avviati dai genitori nono- stante comincino a emergere scelte diverse e più autonome, come l’avvio di attività transna- zionali tra l'Italia e la Macedonia. IL MATRIMONIO DI AZRA ED ENIS Dall'aeroporto di Treviso partono voli diretti per Skopje due volte alla settimana. La maggior parte dei Macedoni residenti in Italia vive infatti in Veneto (19.870 per- sone alla fine del 2010, 7.686 solo nella provincia di Treviso). In alcune regioni della Macedonia, soprattutto nella parte occiden- tale, la lingua italiana, così come il dialetto veneto, sono estrema- mente diffusi per l'altissimo nu- mero di immigrati macedoni in questa regione dovuto alle ca- tene migratorie (parenti e amici) che dagli anni '90 hanno comin- ciato a legare alcuni villaggi ma- cedoni alle città del Veneto. Du- rante l'estate i villaggi, quasi completamente disabitati nei mesi invernali, sembrano tor- nare a vivere. Per le vacanze in- fatti la diaspora macedone torna, rigorosamente su macchine con targa italiana, dall'Italia alla Ma- cedonia, per trascorrere le va- canze nel proprio paese di ori- gine, visitare i parenti rimasti lì o rientrati anch'essi per le va- canze, sistemare alcuni affari e celebrare feste e momenti im- portanti, come i matrimoni. Il mese di agosto sembra infatti essersi ormai trasformato nel mese dei matrimoni. Il matrimo- nio cui abbiamo avuto il privile- gio di partecipare è stato cele- brato nel villaggio di Borovec, cedone che porta il nome di Strumica. Secondo Osservatorio Balcani «circa 5.000 cittadini macedoni migrano ogni anno verso il no- stro paese». Si può arrivare in Italia legalmente, ottenendo un passaporto bulgaro (in quanto appartenenti alla minoranza ma- cedone in Bulgaria) o grazie a parenti o amici già residenti in Italia che facciano da datori di lavoro. O in maniera irregolare - come è il caso di molti migranti, non solo macedoni -, spesso di- ventando vittime di ricatti ed estorsioni per viaggi della spe- ranza in condizioni estreme e false promesse di lavoro. Nell'inchiesta sulle comunità balcaniche a Piacenza, realizzata per «Piacenza Sera» dal giorna- lista freelance Gaetano Gaspa- rini, viene sottolineato il peso della diaspora macedone in que- sta città: sono ben 1939, il che ne fa il secondo gruppo etnico della città. I macedoni, si legge nell'inchiesta, sono «lavoratori con nuclei famigliari stabili e una seconda generazione già av- viata». In Italia le prime genera- zioni macedoni lavorano princi- palmente (per lo meno all'inizio nella provincia di Struga, nella parte occidentale della Repub- blica di Macedonia. Gli sposi erano Azra ed Enis, due giova- nissimi macedoni, residenti in Italia (anzi, per essere precisi, fi- gli di immigrati macedoni in Ita- lia, quelli che vengono chiamati «seconda generazione»). In que- ste zone vivono i Torbeshi, una comunità di slavi cristiani isla- mizzati durante la dominazione ottomana, che hanno affinità sia con i Pomacchi dei Monti Rodopi sia con i Gorani di Albania e Ko- sovo. Anche tra i Torbeshi ci sono moltissimi immigrati in Ita- lia detti pechalbari (emigranti, appunto). I matrimoni tra i Tor- beshi si festeggiano secondo l'antica tradizione e durano per tre giorni. Flauti e tamburi, sax e fisarmoniche accompagnano le danze che si ripetono senza so- sta giorno e notte, perchè nei matrimoni macedoni ballare è molto più importante che man- giare. Anche il matrimonio di Borovec è stato celebrato nel rispetto di tutte le tradizioni dei torbeshi, custodite dagli anziani della co- munità: mentre i festeggiamenti, canti e balli, erano in corso a casa dello sposo, un gruppo di uomini, parenti dello sposo, è partito per incontrare gli uomini della famiglia della sposa e «si- gillare con loro l'affare del ma- trimonio». Poi la sposa è stata coperta con un broccato, «ra- pita» e portata a casa dello sposo. Nelle comunità musulmane ma- cedoni, lo sposo e sua madre non prendono parte al corteo nuziale che conduce la sposa dalla sua casa natale a quella dello sposo, ma la attendono in- sieme alle donne della famiglia. Queste accolgono la futura sposa all'entrata del paese, mo- strando in questo modo la pro- pria approvazione, poiché, attra- verso il matrimonio, una nuova donna entrerà a far parte della famiglia. La sposa viene accolta con canti e danze e accompa- gnata così fino a casa dello sposo. Lo sposo dalla propria casa cerca di vedere «di nasco- sto» la sposa attraverso un anello, pronunciando una for- mula rituale di buon auspicio. A quel punto la sposa entra nella MINORANZE ISLAMICHE I TORBESHI o macedoni musulmani sono una minoranza religiosa all'in- terno della comunità etnica dei Mace- doni. Erano originariamente slavi cri- stiani che sono stati islamizzati ai tempi dell'impero ottomano. Per que- sta ragione vengono anche chiamati slavi musulmani. Vivono nella parte sud-occidentale della Macedonia, al confine con l'Albania. I POMACCHI o musulmani bulgari, localmente detti anche ahrjani , sono bulgari di lingua praticanti l'Islam. Anche in questo caso si tratterebbe di bulgari cristiani convertitisi alla reli- gione musulmana nei secoli del domi- nio ottomano nei Balcani. I pomacchi vivono per lo più in Bulgaria, anche se si trovano delle consistenti minoranze in Grecia, Turchia, Albania, Macedo- nia, Kosovo. I GORANI sono un gruppo etnico di ceppo slavo meridionale e di religione musulmana, originario della regione montuosa di Gora. Questa regione si estende tra la parte meridionale del Kosovo, la zona nord-occidentale della Macedonia e un'area dell'Alba- nia nord-orientale. 28 MC MARZO 2013

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