Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2013

dei casi la sifilide è extragenitale, di solito localizzata nella regione orale). Se non curata, la sifilide si sviluppa in tre stadi successivi, l’ultimo dei quali può concludersi con la morte del paziente per in- teressamento dei sistemi cardio- circolatorio e nervoso. Il decorso della malattia, in assenza di cure, può essere di svariati anni (fino a 20). Nel primo stadio, o sifilide primaria, dopo un periodo di la- tenza variabile da 2 settimane a 2 mesi, compare nel luogo d’infe- zione (di solito nelle mucose coinvolte in atti sessuali) una le- sione caratteristica detta sifiloma primario, una sorta di papula non dolorosa, che produce un essu- dato contenente i batteri attivi ed infettivi. Contemporaneamente si verifica il rigonfiamento dei linfo- nodi vicini. Questa sintomatologia dura circa un paio di settimane, per poi risolversi spontanea- mente. Questo fatto spesso in- duce il paziente a sottovalutare le conseguenze: in assenza di cure antibiotiche, ciò comporta la pos- sibilità di diffusione delle spiro- chete dal sito iniziale a varie parti del corpo tra cui le membrane mucose, gli occhi, le articolazioni, le ossa, il sistema nervoso. A di- stanza di diversi mesi (fino ad un paio d’anni) dalla lesione iniziale, compare quindi la sifilide secon- daria, caratterizzata inizialmente da un esantema ( Glossario ) dif- fuso, detto roseola, seguito dalla comparsa di numerosissimi sifi- lomi simili a quello primario, di- stribuiti ovunque e anch’essi con- tenenti treponemi infettivi, con linfoadenopatia ( Glossario ) dif- fusa. Circa un quarto dei pazienti in questo stadio va incontro a guarigione spontanea, un altro quarto non procede verso un’ul- teriore evoluzione della malattia, ma cronicizza in un’infezione per- manente, mentre la metà dei pa- zienti giunge al terzo ed ultimo stadio, o sifilide terziaria, caratte- rizzata da iniziali lesioni cutanee simil-psoriasiche ed eczematose, che possono trasformarsi in gomme luetiche ( Glossario ) di- stribuite in tutto il corpo e da in- fezione dei sistemi cardio-circo- latorio e nervoso. L’interessa- mento di quest’ultimo porta spesso alla cecità, alla tabe dor- sale ( Glossario ) ed alla follia. La penicillina G benzatina è uno dei più efficaci antibiotici contro la si- filide, quindi la malattia può es- sere curata, a patto di una dia- gnosi tempestiva effettuabile me- diante test di laboratorio come il Vdrl e il Tpha. LA GONORREA La gonorrea o blenorragia è an- ch’essa una malattia batterica causata da un diplococco, la Neisseria gonorrhoeae , un pato- geno molto sensibile alla disidra- tazione, alla luce solare ed ultra- violetta, che normalmente non riesce a sopravvivere lontano dalle mucose del tratto genito- urinario. Questa malattia è molto più diffusa della sifilide, poiché spesso si presenta in forma asin- tomatica, specialmente nelle donne, quindi non viene ricono- sciuta. La sintomatologia della gonorrea è diversa tra donne e uomini. Nelle donne si presenta con una vaginite spesso lieve, con leucorrea ( Glossario ), non dissi- mile da quelle causate da altri microorganismi, per cui può es- sere sottovalutata dalla donna, oppure con una cervicite, poiché uno dei primi siti coinvolti è la cervice uterina. È però temibile una sua complicanza, la malattia infiammatoria pelvica (Mip), che può portare a sterilità. Si stima che circa 1/3 di donne infette vada incontro alla Mip. Il diplo- cocco della gonorrea può facil- mente interessare anche le mu- cose oculari e condurre a gravi infezioni oculari neonatali, che possono portare alla cecità. L’in- fezione del neonato avviene alla nascita, durante il passaggio nel canale del parto. Per prevenire questo pericolo, alla nascita gli occhi di tutti i neonati vengono trattati con un unguento conte- nente eritromicina. Negli uomini i sintomi più frequenti sono le ure- triti ed i disturbi alla minzione, ma possono verificarsi complica- zioni per l’estensione dell’infe- zione batterica all’epididimo ed alle vescichette seminali, con conseguente sterilità maschile. In entrambi i sessi possono inoltre verificarsi proctiti e faringiti, poi- ché il gonococco può colpire le mucose delle sedi anale e farin- gea. Inoltre le complicanze da go- norrea non curata possono com- prendere danni alle valvole car- diache ed alle articolazioni. Fino MADRE TERRA 60 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2013 agli anni ’80 il trattamento con penicillina è stato il metodo d’e- lezione per curare la gonorrea, ma negli anni successivi sono comparse forme resistenti a tale antibiotico (per mutazione batte- rica), soprattutto a partire dal 2006, quando si è giunti al 14% di ceppi di Neisseria resistenti, per cui si è dovuto ricorrere ad anti- biotici diversi, come il cefixime ed il ceftriaxone. Il problema della resistenza agli antibiotici è di particolare gravità per tutte le pa- tologie batteriche, perché c’è il ri- schio (molto concreto ed attuale purtroppo) della diffusione o della ricomparsa di malattie, che con la scoperta degli antibiotici erano state quasi debellate o al- meno curate agevolmente. Que- sto è il motivo per cui si racco- manda di assumere gli antibiotici soltanto in casi di effettiva neces- sità ed esclusivamente sotto il controllo medico, per scongiurare il rischio di ritrovarsi infetti da un ceppo mutato, verso il quale non esistono cure. La diffusione di questa patologia nel mondo ri- mane molto elevata per i se- guenti motivi: (1) non esiste una valida immunità acquisita, poiché vengono prodotti anticorpi, che verosimilmente sono ceppo-spe- cifici, quindi sono sempre possi- bili nuove infezioni con altri ceppi di Neisseria nel corso della vita; (2) l’uso dei contraccettivi orali fa- vorisce l’attecchimento di questo batterio, poiché riduce enorme- mente la produzione del glico- geno vaginale, con conseguente aumento del pH vaginale e repen- # L’agente eziologico della gonorrea visto con la microscopia elettro- nica a scansione (foto e tabella tratti da Aa.Vv., Brock. Biologia dei Microrganismi , Pearson 2012).

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