Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2013

tredicesimo in numero ordinale. Il «nome» del b’aqtun (in questo caso sei) viene infatti definito dall’energia iniziale (che accom- pagna sempre un Ajpú ), la quale di ciclo in ciclo non segue un or- dine crescente. Per capire que- sto concetto è necessario adden- trarsi profondamente nella co- smovisione Maya e in calcoli complicati, uscendo inoltre dalla logica calendarica occidentale. LA SPIRITUALITÀ VIVA Ma una volta stabilito cosa indi- cano le steli e i testi sacri Maya, è estremamente importante ana- lizzare la spiritualità viva e pul- sante attraverso le parole delle guide spirituali ( Ajq’ijab ), coloro che hanno la responsabilità di tramandarsi, per lo più oral- mente, le antichissime tradizioni. Non esiste un consenso genera- lizzato a riguardo, se non nel de- ciso rifiuto delle infondate posi- zioni catastrofiste. Molte « abue- las y abuelos » Maya (nonne e nonni letteralmente, così come poeticamente vengono definite le persone che hanno acquisito una certa saggezza) ritengono che energeticamente si entrerà in una nuova era che favorirà pace, armonia, unione, giustizia, equi- librio tra gli esseri umani e tra questi e Madre Natura (così come profetizza anche il Chilam Balam , per il 4 k’atun che ini- zierà questo dicembre). Il tutto si raggiungerà attraverso il ritrova- mento di un vero equilibrio inte- riore, che nella cosmovisione maya è fondamentale per poter concretizzare i passi successivi. Alcuni si spingono a dichiarare che tanta sarà l’armonia da per- mettere la comunicazione attra- verso la trasmissione del pen- siero. Altri invece pensano che, nonostante l’energia propizia, il cambiamento sarà molto più lento e graduale e dipenderà molto dal grado di risveglio delle nostre coscienze. Per altri an- cora, tutto risiede nel nostro li- bero arbitrio e il destino del pia- neta Terra, con i suoi equilibri e i suoi abitanti, non è prestabilito. IL CAMBIAMENTO STA DENTRO DI NOI Cosa ne è della speranza nell’ar- rivo di alieni che spazzino via la feccia dell’umanità, facendo piazza pulita delle negatività? Una visione troppo comoda, che affida a un «miracolo» esterno e senza impegno il cambiamento che ciascuno di noi, con co- scienza e sforzo, dovrebbe intra- prendere nel suo piccolo per mutare radicalmente il corso della storia umana, piagata da tante ingiustizie e prossima a subire e far subire, in particolare ai più deboli e alle generazioni GUATEMALA 54 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2013 future, le conseguenze del cam- bio climatico. Tra quelli che se- guono la spiritualità maya, non vi è attenzione, né tantomeno preoccupazione rispetto a una eventuale venuta, e piuttosto ci si concentra sulla propria cre- scita personale e comunitaria. E la paura di catastrofi naturali e dell’eventualità che la popola- zione umana possa essere deci- mata da eventi disastrosi (o dagli alieni stessi)? Solo chi ha paura di vivere tutte le sfumature del- l’esistenza, chi sente di non aver tentato in ogni istante tutto il possibile per offrire il meglio di sé, chi non accetta che vita e morte sono parte di una neces- saria e utile ciclicità, chi si at- tacca al proprio ego senza ricor- dare il senso del passaggio sulla Terra, ha una profonda paura di morire, che sia in una catastrofe o per mano degli alieni. Nelle terre maya, dove si vive in ogni istante la precarietà della vita, ci si concentra sul presente con umiltà, semplicità, intensità e determinazione, consci di es- sere una goccia di Infinito nell’U- niverso. Simona Rovelli # Sopra : bimba maya pronta per una cerimonia. GRAZIE Un ringraziamento in parti- colare al mio maestro e amico, Audelino Sac Coyoy , Ajq’ij Maya K’iché, grazie ai cui saggi insegnamenti ho appreso molte tra le infinite cose da imparare sulla Co- smovisione Maya. Mi ha «consegnato il mio destino di Ajq’ij ». Grazie al mio mae- stro e amico Luis Prieto , Aj- q’ij membro dell’associa- zione Asindi Rex We , autore di molti passaggi del libro «Vigencia y aplicación de la Cosmovisión Maya», Edición Medina Impresos, Guate- mala 2009, da cui sono tratti molti dati del presente arti- colo e grazie alle cui pre- ziose riflessioni e studi ap- profonditi e minuziosi sto avanzando nel lungo cam- mino. L’ingratitudine è una delle sette vergogne Maya. © Archivio CISV

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