Missioni Consolata - Febbraio 2011

circa 2 euro; gratuite anche istruzione, assistenza a parto- rienti e malati terminali. Nel 1999, dopo un plebiscito, Niyazov fu «costretto» ad accet- tare la presidenza a vita; ma pre- ferì farsi chiamare «Turkmenba- shi», «padre e duce/guida dei turkmeni», mentre all’estero ve- niva accusato di essere «in preda a un delirio di onnipotenza da satrapo orientale». Il culto della personalità del dit- tatore raggiunse il parossismo; nei suoi confronti, Stalin e Mao Tse Tung sembrano dei timidoni. Una serie di città sono state ri- battezzate «Turkmenbashi», così pure aeroporti, numerose scuole; persino la montagna più alta del Paese e un meteorite caduto nel 1999 al confine con l’Uzbekistan portano il suo nome. COMUNISMO SENZA FINE Le politiche sovietiche volte a collettivizzare l’agricoltura, tra- sformare il territorio, bandire la religione, scatenarono resi- stenze e guerriglie, ma alla fine riuscirono a cancellare le tradi- zionali divisioni etniche, lingui- stiche e claniche dei turkmeni nomadi, costringendoli anche con la forza a diventare stanziali, per coltivare il cotone. Per espandere tale coltura, il de- serto del Karakum divenne tea- tro di importanti opere d’irriga- zione, una delle quali attraversa il Paese dal confine usbeco a quello iraniano. Ma la vera fortuna del Turkmeni- stan è stata la scoperta di giaci- menti di gas metano e petrolio, che hanno permesso alla Re- pubblica di diventare uno dei maggiori fornitori energetici della Russia. Negli anni ’80, il Turkmenistan non fu sfiorato dai venti di cam- biamento che soffiavano nelle altre repubbliche sovietiche. Nel 1989 un gruppo di intellettuali turkmeni tentarono di fondare un partito progressista e di op- posizione democratica, il Fronte popolare Agzybirlik (unità), ma fu subito bandito dal Partito co- munista turkmeno (Pct), guidato da Saparmyrat Niyazov. Al potere dal 1985 fino alla morte (2006), Niyazov ha gover- nato il Paese in puro stile sovie- tico; anzi, peggio. Dichiarata uni- lateralmente l’indipendenza dal- l’Urss (1991), per i turkmeni il comunismo ha cambiato solo pelle: il Partito sovietico è diven- tato «Partito democratico turk- meno» (Pdt); la Costituzione, va- rata nel 1992, ha accresciuto i poteri del capo di Stato e di Go- verno. Il potere politico assoluto ha permesso a Niyazov d’impa- dronirsi anche di quello econo- mico, accaparrandosi i proventi derivanti dall’estrazione del pe- trolio e gas naturale, di cui il Turkmenistan è quinto produt- tore mondiale. Disponendo di enormi finanze, il dittatore iniziò a progettare opere faraoniche e bizzarre e a plagiare letteral- mente l’opinione pubblica, con promesse più che paternalisti- che: acqua, gas e luce gratis, benzina a prezzi stracciati, bi- glietti aerei per voli interni a Il Paese fu letteralmente disse- minato di statue e ritratti del dit- tatore e familiari; il suo volto co- minciò a campeggiare su mani- festi, banconote, bottiglie di vodka, scatole di tè, boccette di dopobarba... Cambiati i nomi dei mesi, gennaio si chiamò Turk- menbashi, aprile Gurbansoltan, nome di sua madre, usato per ri- battezzare perfino il pane, ora chiamato: Gurbansoltanedzhe. Per non sfigurare di fronte al «grande timoniere» dei cinesi, anche il «duce dei turkmeni» ha voluto scrivere il suo libretto, FEBBRAIO 2011 MC 9 MC ARTICOLI # Kepter Khana (piccionaia), resti di un edificio misterioso di epoca selgiuchide (sec. XI), dell’oasi di Merv (attuale Mary), città lungo l’antica via della seta. # Presidente Saparmyrat Niyazov alla guida dittatoriale del Turkmenistan dal 1985 al 2006.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=