Missioni Consolata - Febbraio 2011

cittadini dovevano impararlo pressoché a memoria; bisognava conoscerlo per superare il «test di moralità» per esercitare un pubblico impiego e per avere la patente di guida. Gli insegnanti devevano conoscerlo e diffon- derlo, pena il licenziamento; giornalisti e studiosi erano invi- tati a scrivere periodicamente sui giornali elogi filologici dell’o- pera; i medici giuravano non su Ippocrate, ma su Turkmenbashi. I «precetti» toccavano molti aspetti della vita quotidiana dei turkmeni: nessun uomo poteva portare la barba o capelli lunghi; vietata la musica registrata («uc- cide la nostra cultura» spiega), come pure opera e balletto; i cani erano banditi dalla capitale, Ashgabat, perché puzzano. LIBERTÀ RELIGIOSA CERCASI Bizzarrie e paternalismo a parte, Niyazov è stato un despota tra i più oppressivi della storia: sotto di lui il Turkmenistan è diventato il terzo Stato al mondo con i più bassi livelli di libertà di stampa e anzi un grosso libro in due vo- lumi, intitolato Ruhnama (Libro dell’anima). Esso contiene i suoi precetti, il suo pensiero filosofico e folklore epico del suo popolo. Per legge, il Ruhnama doveva es- sere accanto al Corano nelle mo- schee, in bella vista nelle libre- rie, scuole e uffici pubblici; tutti i TURKMENISTAN di espressione, religiosa com- presa: biblioteche e teatri rurali sono stati chiusi; oppositori poli- tici incarcerati, esiliati o zittiti; giornalisti ridotti a impiegati sta- tali; chiusi i canali televisivi pri- vati; impedito l’accesso ai gior- nali stranieri. Fin dall’indipendenza (1991) in Turkmenistan c’è stato un cre- scendo di attacchi contro i gruppi religiosi minoritari, da fare im- pallidire le purghe staliniane. La Costituzione prevede la li- bertà di religione; ma il governo impone che ogni gruppo reli- gioso sia registrato ufficial- mente. Non esiste una religione di stato, ma un modesto risveglio islamico si è registrato dopo l’in- dipendenza, e il governo ha in- corporato alcuni elementi della tradizione musulmana nei suoi sforzi di definire l’identità turk- mena. Il governo dà qualche contributo per la costruzione di nuove moschee, quasi vuote ec- cetto durante il Ramadan. Per ottenere la registrazione go- vernativa, il gruppo religioso deve provare di essere composto da almeno 500 persone di età superiore ai 18 anni e residenti nella stessa città. Con tali requi- siti possono ottenere il ricono- scimento legale solo i musul- mani sunniti (87% su 4,5 milioni di turkmeni) e i russi ortodossi (6,4%); le altre comunità reli- # Sposa turkmena rivestita dei suoi costumi tradizionali. # Ashgabat, monumento al Ruhnama, (Libro dell’anima), scritto da Saparmyrat Niyazov, dittatore del Turkmenistan. 10 MC FEBBRAIO 2011

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