Missioni Consolata - Febbraio 2011

Fino a 90 anni fa il Turkmeni- stan, nella sua forma attuale, non esisteva. Il suo territorio, 85% formato dal deserto del Ka- rakum, non ha mai fatto storia, ma è passato da un impero al- l’altro via via che vi si accampa- vano gli eserciti in marcia verso territori più ricchi. La sua storia si è confusa per secoli con quella della potenza di turno: achemenide, greco-battriana, partica, sasanide, araba, mon- gola, persiana, finché le tribù turkmene (o turcomanne) co- stellarono la regione di isole feu- dali, con relative roccaforti, e co- minciarono a ingaggiare scara- mucce con le altre tribù e, so- prattutto, depredare e fare schiavi tra le carovane di pas- saggio sulla via della seta. Quando cominciarono a rapire pure i russi, lo zar mandò le forze militari contro le tribù or- mai incontrollabili, facendo an- che migliaia di vittime tra i gruppi resistenti (1881), finché tutti i territori centroasiatici fu- rono sottomessi alla Russia, sotto l’amministrazione speciale del Turkestan (1885). Dopo la ri- voluzione russa, questi territori furono divisi in 5 repubbliche, con confini ben definiti: nasceva così la Repubblica Socialista So- vietica Turkmena (1924). TURKMENISTAN DI BENEDETTO BELLESI VIAGGIO IN UNO DEI PAESI PIÙ REPRESSIVI DEL MONDO A TUTTO GAS Dal 12 marzo 2010, dopo 13 anni di attesa, la Chiesa cattolica è ufficialmente riconosciuta in Turkmenistan, paese di forti contraddizioni politiche, economiche e sociali. Dopo 21 anni di regime qualcosa sta cambiando, ma il rispetto dei diritti umani è ancora un miraggio. # Ashgabat, monumento ai cavalli turkmeni di razza akhal-teke , famosi per bellezza, grazia e robustezza.

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