Missioni Consolata - Febbraio 2011

promosso incontri di dialogo tra cristiani, ebrei, musulmani. Al- l'inizio era spinto da entusiasmo e buona volontà, senza sapere cosa avrebbe raggiunto: diceva che parlare è meglio che litiga- re». Sorride Abdessalam e continua: «Dopo tanti incontri, padre Bru- no cominciò a riflettere: “Siamo qui seduti in un piccolo gruppo, cristiani, ebrei, musulmani, tut- ta brava gente, tutti vogliamo la pace… ma perché fuori non c’è pace? Forse il gruppo di dialogo non basta; dobbiamo fare qual- cosa di più”». Alla fine degli anni ‘60 egli ot- tenne un pezzo di terra in pre- stito dal monastero trappista di Latrun e cominciò a sognare la sua «oasi di pace», iniziando a tenervi i suoi incontri soprat- tutto nei fine-settimana. Co- minciò ad arrivare varia gente, soprattutto dall’Europa, giovani capelloni, nella loro strada ver- so l’India o di ritorno dall’India in cerca di un guru . Padre Bru- no accoglieva tutti con molta cordialità, ma non era sua in- tenzione essere un guru . Il suo progetto era ben differente: mi- rava alle persone in conflitto, e- brei a palestinesi, disposti a vi- vere insieme, esplorando le cause del conflitto, per supe- rarle ogni giorno, prendendo insieme le decisioni adeguate. «A quei tempi - continua Abdes- salam - quando incontrai per la prima volta padre Bruno, ero impegnato insieme a mia mo- glie nel dialogo tra studenti uni- versitari ebrei e palestinesi e stavamo progettando una scuo- la per ebrei e palestinesi insie- me. Egli mi invitò a costruirla nel suo villaggio di Nevé Sha- lom . Non vi immaginate la delu- sione che provammo quando andammo a visitarlo: mi aspet- tavo alberi e case come si addi- ce a un’oasi; trovai solo un vec- ISRAELE 64 MC FEBBRAIO 2011 chio autobus in disuso, un per- golato di bambù e alcune pietre per sedersi. Padre Bruno co- minciò a parlare del suo villag- gio, di bambini che si arrampi- cavano sugli alberi… Domandai dove fosse realmente tale vil- laggio: “Ora ci siete voi e abbia- mo Nevé Shalom ; poi arriveran- no anche i bambini” rispose se- raficamente. Era fatto così: pensava una cosa ed era convin- to che sarebbe diventata subito realtà». Naturalmente ci vollero altri in- contri per esplorare le varie possibilità, finché fu deciso di organizzare un campo estivo, tanto per dare vita a qualcosa di concreto: nell’estate del 1977 c’erano circa 300 giovani, ebrei e arabi, seduti insieme a discu- tere su che cosa significhi dialo- gare, lavorare, vivere insieme. Fu un evento importante, ma il sogno di padre Bruno divenne realtà l’anno seguente: alla fine del 1978 si stabilirono le prime quattro famiglie, tre ebree e una palestinese. Da quel momento la comunità continuò a crescere # A sinistra in alto: padre Bruno Hussar (1911-1996), ebreo domenicano, fondatore di Nevé Shalom. # In alto: la signora Anne Le Meignen, prima collaboratrice di padre Bruno Hussar. # A sinistra: Abdessalam Najjar, co-fondatore e insegnante della scuola di Nevé Shalom / Wahat as-Salam.

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