Missioni Consolata - Febbraio 2011

S e una volta, in aree di confine come questa, occorreva spargere molto sangue (in guerre senza l’obiettivo della pulizia etnica, ma tendenti all’annessione o sottomissione del potere locale), oggi, senza necessità di violenza fisica, la maggioranza etnica han è riuscita ad imporre la propria supremazia non solo nu- merica, ma anche culturale. A suon di denaro e mat- toni. Ce ne accorgiamo appena scesi dall’autobus not- turno Kunming – Zhongdian, quando la foschia del- l’alba ci accoglie nella contea di Xianggelila, il nuovo nome esotico che il governo cinese ha affibbiato al di- stretto montuoso sul confine tibetano, adottando e ci- nesizzando il nome Shangri-La , che James Hilton negli anni Trenta aveva utilizzato nel suo «Orizzonte per- duto» per descrivere la mitica e mistica regione mon- tuosa del Kunlun, retta dai lama tibetani. In realtà, i territori descritti da Hilton corrispondono oggi alla parte settentrionale dell’altopiano tibetano, estesi fino all’attuale provincia del Gansu, ma nel 2001 le autorità di Pechino hanno deciso di dare a Zhong- dian e dintorni questo nome a forte carica evocativa mistica, iniziando con l’inganno un processo di moder- 46 MC FEBBRAIO 2011 «A Sud delle nuvole» LO YUNNAN, CUORE DELLA MULTICULTURALITÀ Schiacciato tra le montagne tibetane ed i confini con gli stati del sud-est asiatico, lo Yun- nan è terra di frontiera, di scambi culturali e commistioni etniche. Pechino vi ha imposto uno sviluppo turistico rapidissimo, con effetti devastanti sulla regione e sulle minoranze. DI M ATTEO M IAVALDI Una bella veduta del villaggio di Lige, sul lago Lugu, Yunnan. A destra: un motociclista sulla strada Derge-Manigango, Sichuan.

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