Missioni Consolata - Febbraio 2011

ogni politico, che a lei, però, è sempre mancata. All’interno della Lega Nazionale per la Democrazia (Lnd), il par- tito da lei fondato nel 1988, sono sempre più numerosi coloro che si chiedono quali frutti abbia portato l’intransigenza mostrata sino ad oggi dal Segretario ge- nerale. Troppe, infatti, sono le occasioni mancate, a partire dal fallimento dei colloqui con Khin Nyunt, nel 2003, considerato da molti, e a ragione, come l’unico militare in grado di cambiare le sorti della nazione. Pur continuando a rappresen- tare la maggioranza dell’eletto- rato birmano, l’Lnd sta perdendo pezzi. Un primo gruppo è stato espulso dalla stessa Aung San Suu Kyi nel 1997, un secondo, più consistente, nel 2003 all’in- domani della rottura dei nego- ziati con Khin Nyunt, allora nu- mero uno della giunta militare e principale interlocutore con il movimento democratico. Nell’ot- tobre 2008, cento membri del- l’ala giovanile dell’Lnd hanno la- sciato il partito perché il nepoti- smo non lasciava loro spazio; in- fine, nel maggio 2010, un altro gruppo di dissidenti guidato da Khin Maung Shwe, ex portavoce sun rappresentante al Parla- mento. Come pensa di conti- nuare la sua lotta politica dall’e- sterno? «Il problema non è l’assenza dei nostri rappresentanti al Parla- mento. Del resto la nostra posi- zione è stata chiara fin dal prin- cipio: chi l’avesse voluto, poteva candidarsi liberamente alle ele- zioni. Il problema però, è che le consultazioni del 7 novembre, così come la costituzione, si sono dimostrate un colossale imbroglio. Parteciparvi signifi- cava accettare la costituzione e ingannare il popolo. Noi abbiamo scelto di stare dalla parte della democrazia e della verità». MA L’INTRANSIGENZA NON PAGA Le poche frasi scambiateci e le successive interviste rilasciate a media internazionali e locali, mostrano che Aung San Suu Kyi è sempre più determinata a con- tinuare l’attività politica che le è valsa la popolarità mondiale e un Premio Nobel per la Pace nel 1991. Governi di tutto il mondo e organizzazioni a favore del movi- mento democratico birmano hanno salutato, a ragione, la li- berazione di Suu con soddisfa- zione. Ma valutando attentamente ciò che la Lady ha sino ad oggi detto, appare chiaramente un muta- mento della sua prospettiva poli- tica. Sembra che i lunghi anni di segregazione le abbiano inse- gnato che per cambiare il regime dei generali non serve il pugno di ferro, ma una tattica vincente, prerogativa indispensabile per e membro del Comitato Cen- trale, ha deciso di formare il Na- tional Democratic Force per par- tecipare alle elezioni di novem- bre, contravvenendo alle deci- sioni del partito di boicottare le votazioni. «Gli ideali e i principi di demo- crazia e di giustizia di cui sono intrisi gli animi delle persone che formano il nucleo storico della Lega Nazionale per la De- mocrazia, purtroppo si stanno dissolvendo» spiega Raymond Sumlut Gam, vescovo di Bhamo, che continua: «Molti membri che negli ultimi anni sono entrati nella Lega non sono poi molto differenti dagli amministratori militari che abbiamo oggi». Occorre, a questo punto, chie- dersi cosa succederebbe se im- provvisamente Aung San Suu Kyi o un membro del movimento per MC ARTICOLI # Il dittatore del Myanmar, generale Than Shwe, al governo del paese dopo il colpo di stato del 1992. # Legname per l’esportazione: la Cina è accusata di saccheggiare le risorse del Myanmar. FEBBRAIO 2011 MC 19

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