Missioni Consolata - Febbraio 2011

le prime vocazioni: una giovane è entrata in una comunità reli- giosa in Polonia; un’altra in un carmelo a Kiev; un giovane è nella famiglia degli Oblati; altri stanno facendo un cammino di discernimento vocazionale. Le speranze per il futuro della missione sono buone: la Chiesa riscuote forti simpatie tra la po- polazione, le cui tradizioni isla- miche sono state indebolite dal processo di secolarizzazione del periodo sovietico. «Con la cre- scita della comunità, avremo bi- sogno di strutture e più spazio - spiega padre Andrzej -. Pen- siamo di chiedere al governo an- che l’autorizzazione per co- struire la prima chiesa cattolica nella nostra missione. Nell’at- tesa... continuiamo a edificare con “pietre vive”». Benedetto Bellesi I l Turkmenistan deve affron- tare contemporaneamente tre crisi: alimentare, mer- cato del gas e finanziaria. 1) La crisi del grano che ha dura- mente colpito la Russia negli ul- timi mesi si ripercuote pesante- mente anche sul Turkmenistan, che di solito acquistava grano sul mercato nero da Russia e Ka- zakistan. Secondo fonti non uffi- ciali, solo la capitale, dove vivono numerosi stranieri, riceve ap- provvigionamenti di cibo ade- guati, mentre nel resto del paese la crisi alimentare è grave. 2) Il Turkmenistan possiede la quarta maggiore riserva di gas del mondo (dopo Russia, Iran, Qatar), con una produzione di 75 miliardi di metri cubi all’anno, ma non sa più a chi venderlo, dopo che la Russia ha ridotto le importazioni (da 50 a 10 milioni di metri cubi all’anno). Ashgabat ha stretto accordi con Cina e Iran, che importano rispettiva- mente 5 e 15 miliardi di metri cubi all’anno; nel 2011 sarà in funzione un nuovo gasdotto di- retto in Cina; ma Pechino, non in- tende pagare il gas più di 100 dol- lari ogni mille metri cubi (per fare un paragone: la Russia lo compera a 250 dollari e lo ri- vende in Europa a 350-500 dol- lari). Prendere o lasciare. 3) Il calo delle esportazioni di gas, da cui proviene il 50% del Pil, provoca una grave crisi fi- nanziaria. Il resto del Pil viene dal cotone (35-40%) e da «altre fonti», traffico di droga incluso. Il Paese ha costantemente biso- gno di prestiti per la spesa cor- rente. La Cina ha prestato al go- verno turkmeno 4 miliardi di dollari, a condizione che ne inve- stisse 3 per migliorare l’infra- struttura per l’energia, e ne ha offerti in prestito altri 5. Il go- verno preferirebbe attrarre in- vestimenti di compagnie occi- dentali (Eni, Chevron, Conoco), ma dovrà stare ai patti, più di quanto non ha fatto in passato. (Fondazione CDF) LA TRIPLICE CRISI # FEBBRAIO 2011 MC 13 MC ARTICOLI # Inaugurazione del gasdotto tra Turkmenistan e Cina: operai con bandierine davanti ai ritratti dei presidenti, da sinistra, Nazarbayev (Kazakistan), Berdymukhamedov (Turkmenistan), Hu Jintao (Cina) e Karimov (Uzbekistan). # Mons. Antonio Lucibello nunzio apostolico in Turchia e Turkmenistan. # Bandiera del Turkmenistan: verde e rosso sono storicamente venerati dal popolo turkmeno; la luna crescente simboleggia la speranza; le 5 stelle sono le province; i 5 motivi dei tappeti lungo l’asta designano le cinque maggiori tribù.

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