Missioni Consolata - Febbraio 2011

mento riguardante il 2009, af- ferma che il governo «ha reso ancora più dura la repressione in un Paese già molto repressivo e autoritario». Nell’indice mon- diale della libertà di stampa, il Turkmenistan rimane al terzul- timo posto, prima della Corea del Nord e della Birmania. Per rompere l’isolamento in cui era piombato il Paese negli ul- timi due decenni, Berdymukha- medov ha allentato parecchie re- strizioni sulla libertà di movi- mento e di religione. Lui stesso, nel suo primo viaggio all’estero si è recato in Arabia Saudita, per incontrare i monarchi e fare il suo pellegrinaggio alla Mecca. Nel rapporto all’Onu del gennaio 2010, il governo turkmeno af- ferma di aver registrato 123 nuovi gruppi religiosi in tutto il Paese: di essi 100 sono musul- mani sunniti e sciiti, 13 russi or- todossi; gli altri 10 includono battisti, pentecostali, avventisti, evangelici, Baha’i, Hare Krishna. Lo stesso rapporto, tuttavia, ri- badisce il bando delle attività dei gruppi non registrati, la proibi- zione per tutti i gruppi, compresi quelli approvati, di pubblicare e importare materiale religioso; sono riconfermate altre norme invasive nella vita delle singole comunità, come ispezioni im- provvise e controlli sugli aiuti provenienti dall’estero. CHIESA CATTOLICA RICONOSCIUTA Fino a pochi mesi fa, ai cattolici era consentito di celebrare e svolgere attività religiose solo nel territorio diplomatico della nunziatura di Ashgabat. Il 12 marzo 2010, il Ministero della Giustizia turkmeno li ha ufficial- mente riconosciuti come «Chiesa cattolica romana in Turkmenistan», nonostante la comunità non abbia una guida di cittadinanza turkmena, come ri- chiede la legge. L’attesa di questa registrazione durava da 13 anni, da quando fu eretta la «Missione sui iuris del Turkmenistan», nel 1997, stac- cata dalla giurisdizione dell’am- ministratore apostolico per il Kazakistan e affidata a padre An- drzej Madej e a un altro confra- tello, Oblati di Maria Immaco- lata. Entrambi erano entrati nel Paese con status diplomatico, come rappresentanti dello Stato Vaticano. D’ora in poi la Chiesa cattolica ha una «presenza pub- blica» ufficiale, con tutti i bene- fici che questo implica, a livello giuridico e a livello pastorale. La Chiesa cattolica conta un centinaio di battezzati, in mag- gioranza di etnia polacca e tede- sca, altrettanti catecumeni e un gruppo di «simpatizzanti della fede cristiana»; la maggior parte di essi risiede nella capitale; al- cune famiglie sono a Turkmen- bashy, a Mary e in altre città e villaggi. Superiore della mis- sione è padre Andrzej, coadiu- vato da altri due missionari Oblati. Il Turkmenistan, come le altre repubbliche dell’Asia centrale, è una terra di «prima evangelizza- zione», con una comunità picco- lissima, ma già stanno nascendo 12 MC FEBBRAIO 2011 TURKMENISTAN # Incontro tra il presidente turkmeno Gurbanguly Berdymukhamedov ( destra ) e il presidente russo Dmitry Medvedev (ottobre 2010) per discutere di cooperazione energetica. # Smantellamento dell’Arco della Neutralità, monumento principale del «culto della personalità» del defunto presidente Niyazov: in cima ruotava la sua statua dorata, alta 12 metri, con la faccia sempre rivolta al sole.

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