Missioni Consolata - Dicembre 2010

I numeri - pur ballerini - sono impressionanti: 20,2 milioni di persone coinvolte, un’area in- teressata estesa 50 mila chi- lometri quadrati, 2,4 milioni di et- tari di raccolti andati perduti, ol- tre 1,9 milioni di case distrutte o danneggiate (1) . Sono le conseguenze delle inon- dazioni monsoniche che la scorsa estate - dal 22 luglio al 16 set- tembre - hanno colpito il Paki- stan, un paese già prostrato dai conflitti interni e dai problemi usuali di una nazione in via di svi- luppo. Una catastrofe, insomma. Eppure, rispetto ad altre tragedie DICEMBRE 2010 MC 49 UN PAESE (DIFFICILE) DEVASTATO DALLE ALLUVIONI Violenze e discriminazioni contro le donne e contro i non-musulmani, vicinanza a movimenti terroristici, possesso di arsenale nucleare. È il Pakistan, paese che nei mesi scorsi è stato devastato da alluvioni, che hanno provocato migliaia di morti e milioni di sfollati. Nonostante l’entità della tragedia, gli aiuti internazionali sono arrivati con il contagocce. Per questo si è parlato di «vittime di serie B». Ma è giusto che il Pakistan venga aiutato meno perché considerato - a torto o a ragione - poco meritevole? È giusto far pagare a donne e bambini sbagli ed intolleranze? L’aiuto non dovrebbe essere un atto di generosità disinteressata e di umana pietà? (il terremoto di Haiti, ad esem- pio), ci sono state meno immagini in televisione, meno giornalisti inviati sul posto, meno campagne di solidarietà, meno Sms per rac- cogliere fondi. Che sia stato per- ché, in un mondo sempre più in- terconnesso (forse la forma più visibile della globalizzazione), le tragedie sembrano ormai essere all’ordine del giorno? O perché il Pakistan è un paese troppo di- verso (per religione, cultura e tradizioni) e troppo ambiguo (i suoi presunti legami con il terro- rismo internazionale) per meri- tare i nostri aiuti? «VOI NON MERITATE I NOSTRI AIUTI» PAKISTAN DI PAOLO MOIOLA

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