Missioni Consolata - Dicembre 2010

sempre apprezzato la volontà e la determinazione di Ilaria, che è la sola mzungu non missiona- ria in quella zona difficile. «Sono arrivata a Ikwiriri nel settembre 2009 - mi scrisse Ilaria -. In quell’anno sono state avviate le attività di campo vere e proprie. Il mio impegno si è focalizzato nel coordinamento e appoggio al partner locale, l’Uwawaru, per coinvolgere la popolazione nella organizzazione di una co- operativa agricola, nella campa- gna per la lotta alla malaria e nella costruzione dei locali ne- cessari, terminati all’inizio dello scorso settembre». Le fotografie inviate da Ilaria alla Iscos Marche descrivono con chiarezza la nuova sede della Uwawaru: essa è costituita di un magazzino, tre uffici, una sala ri- unioni, con un computer in fun- zione, e relativi annessi (bagni, casetta del guardiano, cisterne per l’acqua e fognature) per un totale di 193 mq. Il metodo adot- tato, cioè la partecipazione della gente, l’utilizzo di manodopera e materiali reperibili in loco, ha rallentato i tempi per l’ultimazio- ne dell’edificio, ma hanno contri- buito ad aumentare il senso di appartenenza del progetto al gruppo coinvolto. «Nella scorsa stagione agricola, che va da novembre a marzo, si è sperimentata la coltivazione dei primi 10 acri di terreno. Per la ristrettezza nei tempi di piani- ficazione, non si sono avuti i ri- sultati sperati», continua Ilaria. «In compenso l'esperienza è stata un buon tavolo di prova per capire sia le potenzialità tecni- che dell’associazione che per testarne le capacità di coordina- mento». «Benché fin dalla sua nascita si sia sempre dimostrata volonte- rosa, l’Uwawaru ha mostrato scarsa capacità manageriale, non avendo l’esperienza neces- saria. Perciò, l’anno passato è servito, soprattutto, per iniziare ad allenare l’Associazione in campo organizzativo, per affron- tare e programmare il carico di lavoro e le fasi inerenti alla rea- lizzazione del progetto». «La base volontaria su cui opera l’Uwawaru - continua Ilaria - mi ha obbligato ad aggiustare le mie aspettative circa tempi e modalità di lavoro. Sicuramente anche la mia estraneità alla co- munità, la mia presenza come “specialista” del tutto scollegata dal contesto missionario con cui in precedenza l’associazione si era rapportata, ha destato timo- ri e riserve che solo il martel- lante e quotidiano lavoro ha un po’ dissolto, rendendo così pos- sibile instaurare un rapporto di fiducia. Inoltre, il contesto di vita in un villaggio nel bush tanzaniano è stato sicuramente difficile per me stessa e non privo di mo- menti di sconforto o di paura di non farcela. Ma la convinzione che con la tenacia si possano vincere le difficoltà e le resi- stenze, mi ha portato comunque a continuare ed affrontare que- sto secondo anno con nuove idee e la speranza che il lavoro svolto fin qui possa cominciare a dare frutti concreti». CRESCERE INSIEME Anche Vincenzo Russo, respon- sabile del progetto Iscos Mar- che, ribadisce le difficoltà inizia- li nell’accompagnare un gruppo di persone nella formazione di un’associazione economica- mente sostenibile e indipenden- te. «Il processo di costruzione della sede di lavoro ha rappre- sentato non solo la realizzazio- ne pratica, ma una crescita “di- dattica” e tecnica dell’associa- zione. La componente agricola non ha avuto le rese sperate. Purtroppo abbiamo iniziato tar- di, a settembre, e non è stato possibile impostare il lavoro co- me avremmo desiderato, ma siamo fiduciosi». Vincenzo conclude la chiacchie- rata con la prospettiva e l’auspi- cio che in futuro l’Uwawaru di- venti un’entità che si autosostie- ne e autonoma. Da parte mia, auguro soprattutto che l’«Unio- ne dei musulmani e cristiani del Rufiji» diventi un esempio con- tagioso. Nata e cresciuta indub- biamente con il sostegno dei missionari, che hanno ascoltato, consigliato e pungolato nel cammino di unione per un fine di sviluppo comune a prescinde- re dalla differenze di fede, l’U- wawaru dimostra che la convi- venza civile, pacifica e produtti- va tra cristiani e musulmani è possibile. Romina Remigio 48 MC NOVEMBRE 2010 TANZANIA # Padre Adalberto Galassi, missionario maceratese che ha dato inizio all’Uwawaru insieme alle missionarie della Consolata. # Campo di granoturco, primi frutti del progetto Iscos Marche.

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