Missioni Consolata - Febbraio 2009

MOZAMBICO 12 MC FEBBRAIO 2009 Così padre Frizzi ci racconta i primi anni del suo lavoro con i macua. «Poi ho potuto frequentare i riti, soprattutto quelli terapeutici. Riti molto lunghi. Un aspetto è la conoscenza del- l’erbario, ma è il rito stesso che indi- ca le medicine da trovare.Non c’è una cura prefabbricata.Nel rito, am- malato, famiglia,medico sono ispi- rati da fattori o sogni». Nel 1987 Frizzi si trasferisce a Maúa e costituisce un gruppo di col- laboratori: sono animatori e catechi- sti, che vivono nelle comunità. Par- tecipano a riti, si fanno raccontare proverbi. Scrivono tutto su dei qua- dernetti. Poi portano il materiale al centro, lo trascrivono nel computer. Incontriamo Ruffino che legge su un quaderno appunti in xirima, e Fau- sto che ascolta e scrive tutto su un computer portatile (alimentato con il solare), rigorosamente in xirima. Poi improvvisano una traduzione grezza in portoghese. Il padre rivede tutti i testi nelle due lingue: «In se- guito discutiamo, chiamiamo chi ha fatto il rito descritto per chiedere dettagli. Si fa una riflessione e si am- plia il testo.C’è un dialogo intenso di équipe». Dopo anni la metodologia si è raf- finata. «In unmese ogni collaborato- re porta unmezzo quaderno zeppo. È nata così la lingua scritta - conti- nua suor Silveria -. Padre Frizzi ha già trovato la grammatica, l’ha perfezio- nata, l’ha completata. Siccome è una lingua bantu l’ha arricchita. I prover- bi, le favole, la vera sapienza la rac- coglie così, dalle persone stesse». In questomodo ha tradotto l’inte- ra bibbia, pubblicato il catechismo, libri di canti e di proverbi, scritto il dizionario completo.Nel 2008 nasce la sintesi del lavoro di questi anni: «Biosofia e biosfera Xirima». È un li- brone di 1.785 pagine, bilingue por- toghese e macua. Vuole essere la «visione sistemati- ca della cultura xirima». «Abbiamo voluto inserire il vocabolo nel suo contesto sia linguistico sia culturale. È il tentativo di presentare il mondo macua nella sua completezza: quel- lo che amo chiamare il palazzo» continua padre Frizzi. UN «EDIFICIO» COMPLESSO I missionari e i laici macua hanno raccolto elementi della cultura in tut- ti questi anni,preparando i mattoni. Hanno poi cercato di sistematizzarli e completarli, costruendo dei muri. Ora si è arrivati all’edificio: la descri- zione di una cultura complessa. Come è stato possibile questo e- norme lavoro? «Uno degli ingredienti è la stabi- lità. Questa non è sinonimo di stati- cità, anche se può diventare como- dità. Ma dà la possibilità di attingere, penetrare nel cuore di un popolo e quindi conoscere le radici. Essere ammessi in questomondo non è fa- cile, occorrono anni di amicizie.Vo- gliono sapere se tu entri per curiosa-

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=