Missioni Consolata - Febbraio 2009

e fuori della chiesa.Con tutta proba- bilità perché sonomolto avanzate rispetto al pensare comune. Con lui lavorano suor Silveria Casi- raghi, missionaria della Consolata i- nossidabile, il sempre allegro fratel Gerardo Secondino e il giovane pa- tre venezuelano Leonel Toledo, in- sieme a un’équipe di laici macua. UNMETODO LUNGO E PARTECIPATIVO «La lingua macua-xirima era una tradizione totalmente orale, la tra- mandavano gli anziani, la sera in- torno al fuoco. Poi i missionari della Consolata hanno cominciato a scri- vere qualcosa - racconta suor Silve- ria. - Quando padre Frizzi è arrivato ha ripreso in mano quanto era già stato fatto, poi ha iniziato a incari- care delle persone e, fuori, nelle grandi comunità, si sono formati dei gruppi». «Ho iniziato a fare questo lavoro verso il 1980.A causa della guerriglia (sulla situazione politica cfr.MC gen- naio 2009) non potevamo uscire, co- sì gli animatori venivano a portarmi informazioni.Non solo relative alla pastorale ma anche alla cultura. Ero a Cuamba, fu un periodo di sei anni. Raccoglievomateriale tradizionale, canti religiosi.Abbiamo pubblicato un libro di 741 canti. Erano già pre- senti ma bisognava sistematizzarli in un contesto liturgico sacramentale». M aúa (Niassa).Occorronocirca sei oreper arrivareaMaúa partendodaLichinga,capita- le delNiassaeunicoaeroportodella vastaprovincianelNorddel Mozambi- co. Dopo200kmdi stradaasfaltatase nepercorronoancoraoltreun centi- naiodi sterrata,di cui buonaparte in una forestavergine,incontaminata, in- terrotta ogni tantodaunamontagna di roccia,comeunsassogigantescoe lucidochesorgedal nulla.Panorama spettacolare. AMaúa non c’è la luce elettrica e non arrivano neppure le onde elettro- magnetiche del telefono cellulare… Qui un’équipe di missionari della Consolata ha fondato il «Centro de investigaçaomacua-xirima» (centro culturale o di studio) allo scopo di entrare nel mondo xirima (o sirima) e stabilire con esso, uno «scambio di doni». L’etnia macua (pronuncia macùa) è la più numerosa in Mo- zambico (circa 47% della popolazio- ne) ed è presente in quattro provin- ce: oltre il Niassa, Cabo Delgado, Nampula e Zambésia. Fa parte della famiglia bantu, ed è a sua volta divi- sa in vari sottogruppi linguistici, tra cui il xirima. La casa dei religiosi e i locali del centro sono una struttura semplice, integrata con il resto delle costruzio- ni della cittadina. Padre Giuseppe Frizzi* è inMozam- bico dal 1975.È un biblista (laureato all’università di Münster, inGerma- nia) che si èmesso a fare l’antropolo- go. Ma è soprattutto unmissionario, come lui stesso sostiene,che perse- gue la strada per fare il missionario nel modo che gli sembra più giusto nel contesto in cui si trova. Quando si sta con lui si percepisce quel qualcosa che ti dice di essere al cospetto di un grande.Gigante an- che in semplicità.Timido, quasi di- messo, difende con fermezza,ma senza alcuna arroganza, le sue idee. Convinzioni elaborate e maturate su una solida base: un lavoro di oltre 30 anni. Idee spesso osteggiate, dentro MISSIONI CONSOLATA MC FEBBRAIO 2009 11 Maúa: celebrazione della liturgia della parola condotta da donne, nell’ambito della pastorale per la promozione integrale della donna. MACUA:

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