Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2022

presenza viva 78 gennaio-febbraio 2022 MC Mons. Giacomo Maria Martinacci (al centro) con i missionari giubilari di ordinazione e professione. * Monsignor Giacomo Maria Martinacci, rettore del santuario della Consolata, qualche tempo fa, ha incontrato i missionari che celebravano i 25 anni di ordinazione o professione religiosa e ha parlato loro del beato Giuseppe Allamano come «Maestro del clero». Di seguito riportiamo una sintesi del suo intervento. MAESTRO DEL CLERO Mi sembra importante, guardando al beato Giuseppe Allamano, vederlo inserito - pur con la sua inconfondibile originalità - nel contesto di un clero e di una intera comunità diocesana torinese segnato - particolarmente nei due ultimi secoli - da itinerari di santità esplicitamente riconosciuta dalla Chiesa stessa. L’Allamano nasce a Castelnuovo d’Asti nel 1851, dove prima di lui erano nati lo zio san Giuseppe Cafasso (1811) e san Giovanni Bosco (1815) e dove concluderà la sua breve vita san Domenico Savio (1857): una coincidenza storica davvero unica per un paese non grande come appunto era ed è tuttora Castelnuovo (Provincia di Asti e Arcidiocesi di Torino). È certamente curioso che un sacerdote il quale mai è stato addetto a una parrocchia venga affiancato ai giovani sacerdoti per aiutarli a diventare buoni viceparroci e parroci; altrettanto stupefacente è che uno che mai era stato nelle missioni e mai vi è poi andato, fondi due Istituti missionari e sia formatore e maestro di missionari e di missionarie. Eppure questa è la storia del beato Giuseppe Allamano. A lui, dopo alcuni anni nel seminario teologico dell’Arcidiocesi - prima come assistente (1873-76) e poi come direttore spirituale (1876-80) -, fu affidata la responsabilità del Santuario mariano più importante di Torino, a cui si aggiunse due anni dopo quella di rettore del rinato Convitto ecclesiastico per i giovani sacerdoti e successivamente divenne fondatore di due famiglie religiose missionarie. Padre Pavese, riferendo gli insegnamenti dell’Allamano come maestro nella formazione del clero diocesano nel Convitto ecclesiastico, nota una evidente differenza tra le conferenze ai sacerdoti del Convitto ecclesiastico e quelle tenute ai missionari e alle missionarie. «Le prime sono di carattere ascetico, ma soprattutto pastorale. L’Allamano intendeva preparare i sacerdoti al ministero, insegnando loro come agire e come evitare i difetti che purtroppo si riscontravano. Le seconde, cioè quelle ai missionari, sono piuttosto di carattere ascetico. Intendeva preparare missionari “santi”, sicuro che il metodo dell’apostolato l’avrebbero poi imparato in loco». Ai sacerdoti convittori (quelli dei primi anni del Convitto li aveva conosciuti nel seminario in quanto era stato il loro direttore spirituale, ma successivamente sarebbero stati sacerdoti che incontrava per

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