Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2022

77 gennaio-febbraio 2022 MC proprio la santa messa la fonte di tutto il mistero eucaristico: «Certamente la prima, la più eccellente e potente orazione è la santa messa. In essa parliamo all’Eterno Padre con Gesù; è Gesù che si offre e prega per noi; e soddisfa ai nostri debiti. Guai al mondo se non vi fosse la santa messa. Al sacrificio della messa tendono come al centro tutte le altre orazioni dei sacerdoti». Rivolgendosi ai suoi missionari diceva: «La santa messa, la comunione e la visita al Santissimo Sacramento devono essere i nostri tre amori»; «Gesù è veramente con noi là nel santo tabernacolo; e vi è come vittima, cibo ed amico; vittima nella santa messa, cibo nella santa comunione, ed amico nelle visite al Santissimo». L’Allamano, secondo la fede della Chiesa, ha evidenziato il significato sacrificale della messa: «Nella messa si ripete sempre il sacrificio della croce tale e quale; se nostro Signore non fosse morto sulla croce, morirebbe ogni giorno sull’altare. Il Signore si sacrifica all’eterno Padre per i nostri peccati, per ottenere le grazie di cui abbiamo bisogno; si offre al Padre ed è sempre una vittima, un olocausto». Nella teologia eucaristica ha un valore essenziale l’aspetto dell’offerta di Gesù al Padre come vittima in favore nostro e di tutta l’umanità. Ora, il dono di Gesù al Padre coinvolge la Chiesa chiamata a offrirsi assieme a Gesù. L’Allamano ha percepito bene questo significato dell’offerta sacrificale, vivendolo personalmente ed insegnando ai suoi missionari e missionarie a offrirsi al Signore con generosità, come «olocausti». Sul Calvario con Maria C’è da aggiungere un altro suggerimento interessante che l’Allamano ci offre: vivere la messa come se si fosse sul Calvario con Maria. Emerge qui il senso mariano dell’eucaristia. Non si dimentichi che al vertice dei misteri della luce del santo Rosario c’è proprio l’istituzione dell’eucaristia. Il papa Giovanni Paolo II così conclude la sua lettera apostolica per l’Anno (2004-2005) dell’Eucaristia Mane nobiscum Domine: «La Chiesa, guardando a Maria come a suo modello, è chiamata ad imitarla anche nel suo rapporto con questo mistero santissimo. Il Pane eucaristico è la carne immacolata del Figlio: Ave verum corpus natum de Maria Virgine» (n. 31). La pietà mariana dell’Allamano lo ha portato a comprendere bene la partecipazione di Maria alla redenzione e, quindi, il suo speciale coinvolgimento nel mistero eucaristico. Nel suo quaderno spirituale da seminarista leggiamo: «Voglio assistere alla messa in compagnia di Maria Santissima sul Calvario ed accostarmi alla comunione con gli stessi sentimenti di Maria SS. al Verbum caro factum est» . E, parlando della messa alle suore, disse: «La santa messa è certo la più gran cosa e per essere degna bisognerebbe che Dio stesso la celebrasse. È lo stesso sacrificio della croce; il sacerdote è solo ministro secondario; Gesù è la vittima e il primo ministro: è lui che si offre, che domanda perdono, che ringrazia, che impetra grazie! Dobbiamo figurarci di assistere al Calvario con la Madonna e san Giovanni». Condividendo i sentimenti della Madonna - sembra dirci l’Allamano - si partecipa alla messa non solo con la testa, ma anche con il cuore. padre Francesco Pavese

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