Missioni Consolata - Novembre 2021

Una giornata tra i Warao Padre Andrés García Fernández, spagnolo, ha al suo attivo un’invidiabile esperienza missionaria. Ha lavorato tre anni in Costa d’Avorio fra gli immi- grati, cinque in Spagna, nel campo dell’animazione missionaria, tredici in Congo RD fra i pigmei e dal 2019 è tra i Warao del Delta Amacuro. novembre 2021 57 E il fatto di aver chiuso la porta agli aiuti che ven- gono dall’estero peggiora la situazione. La gente si dispera. Quando ho chiesto a un Warao scappato in Bra- sile: «Perché te ne sei andato dal Venezuela?», mi ha risposto: «Mi è morto il primo figlio, è morto il secondo e non ho voluto che morisse anche il terzo». Giorno dopo giorno Ciononostante, la missione è appassionante, e condividere il trascorrere dei giorni con la gente è bello. Chiedo a Dio di non abituarmi mai a que- sta realtà. Vivendo nel seno della foresta plu- viale, è bello alzarsi al mattino e vedere tutta la ricchezza della natura: quei fiumi, quegli alberi, quei paesaggi, i bambini, il modo di vivere della gente, la cultura. In genere cerco di alzarmi alle quattro del mat- tino per pregare, perché, a partire dalle sei, quando celebriamo la messa, fino alle 8 o 10 di sera non riesco più a sedermi. Dopo la preghiera preparo un po’ di colazione, a volte per due giorni in modo che mi duri di più, e poi faccio il bucato e riordino la casa. Dopo l’eucaristia inizia a venire la gente con le proprie necessità: c’è chi viene a chiedere una medicina, chi cerca cibo o altro. Con un gruppo di collaboratori organizziamo gli incontri per i giovani, il programma di alfabetiz- zazione dei bambini e quello per la formazione delle donne. A rrivando in Venezuela tra i Warao, la sfida è stata quella di entrare nell’anima di questo popolo, conoscerne la cultura, la lingua, l’organizzazione, e scoprirne la relazione con la natura e la trascendenza. Cer- care di capire dove Dio lo conduce, e accompa- gnarlo in questo processo. La classe politica sta litigando, lotta per il potere, cercando di abbattere l’avversario. Mentre va avanti questa lotta, quelli che soffrono sono i po- veri, la gente umile. I popoli indigeni stanno soffrendo molto per quello che viene chiamato «El Amo» (l’Arco mine- rario dell’Orinoco), le cui ricchezze del sottosuolo (oro, coltan e altro) sono appetite dal governo at- tuale, dalla guerriglia colombiana (le Farc e altri gruppi) e anche dall’opposizione. La selva viene depredata e distrutta con tutte le conseguenze che la devastazione ambientale comporta per coloro che la abitano. Nel delta l’acqua arriva di colore quasi nero. Nel periodo di crescita del fiume arriva tutto il mercurio con cui si lava l’oro, il cianuro e altri veleni. I pesci gal- leggiano morti, l’acqua ha l’aspetto della spuma e noi la beviamo e ci laviamo con essa. E le ma- lattie proliferano sotto forma di piaghe, diarrea, febbre, soprattutto nei bambini. La gente soffre per mancanza di potere d’acqui- sto: il governo non paga con denaro effettivo, ma dà un numero che indica una somma, ma se non c’è elettricità per tutta una settimana, come ca- pita spesso, non si può ritirare dalla banca il pro- prio «numero» per andare comprare quello che serve. La gente soffre per mancanza dei servizi essenziali, degli alimenti di base, delle medicine. Con i Warao

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=