Missioni Consolata - Novembre 2021

Qui: nel centro pastorale della par rocchia di Carapita si svolge il catechismo, si fanno i corsi, si or ganizzazano giochi. A sinistra: vista del barrio di Carapita. barrio. In più, il fatto di avere un veicolo proprio, vuol dire esporsi al pericolo delle bande che deru- bano e uccidono per molto meno. Così bisogna adattarsi ai «carritos por puesto», le jeep private che trasportano la gente su e giù per la montagna, che partono quando sono piene e arrivano quando possono. Un altro problema è la mancanza di spazi ade- guati a realizzare le attività parrocchiali. I missio- nari, quindi, lottano per accaparrarsi centimetro dopo centimetro lo spazio sufficiente per co- struire, con l’aiuto dei tanti benefattori, un centro parrocchiale. Quando verrà ultimato nel corso del 2021, esso servirà da abitazione per i missio- nari e da struttura nella quale si svolgeranno la maggior parte delle attività formative, sociali e culturali della parrocchia. Parrocchia missionaria Il lavoro di evangelizzazione in questo contesto così vasto ed eterogeneo è molto complesso: è una vera sfida, sotto tutti i punti di vista. I missionari, dopo aver analizzato la realtà, scel- gono alcune priorità sulle quali concentrare le loro forze: la formazione delle Cebs (le comunità ecclesiali di base), per cercare di raggiungere le persone totalmente slegate dalla Chiesa; la pa- storale della gioventù, dato che sono molti i gio- vani che vivono immersi nel mondo della droga e della violenza; la formazione di ministri laici, date le molteplici necessità; la pastorale più spe- cificamente missionaria che include un lavoro sulla giustizia e la pace; la formazione sulla litur- gia e la sua organizzazione. Sono scelte perfettamente in linea con le opzioni della chiesa latinoamericana emerse a Puebla, Santo Domingo e, in seguito, ad Aparecida: «Sentiamo la necessità di creare una nuova forma di “fare” pastorale e di organizzare la par- Carapita è un mondo brulicante di umanità che si muove, lavora, canta, balla, litiga, minaccia, urla, batte, rompe, si lamenta, soffre... dal mat- tino alla sera e anche di notte, senza sosta. E, nonostante tanta precarietà, qui c’è gente gene- rosa, buona, collaboratrice, che desidera essere aiutata a vivere ed esprimere la sua fede». Ecclesiasticamente, il territorio è stato eretto a parrocchia dell’arcidiocesi di Caracas nel 1990. Il terreno su cui sorge il salone che fa da chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Gioacchino e Anna, era stato occupato nelle «invasioni» del 1984. «La nostra comunità - proseguono i missionari - è costituita da tre confratelli. Ci aiutano un dia- cono permanente che vive e lavora in una delle cappelle della parrocchia, e tre comunità reli- giose femminili: las Misioneras de Cristo Jesús, las Hermanitas de los Pobres de Maiquetía e le Missionarie della Carità di Madre Teresa di Cal- cutta». Oltre alla chiesa parrocchiale, esistono altre tre costruzioni che fungono da cappelle: La Gruta, Bicentenario e Santa Eduvige. Attorno a queste strutture si sono organizzate piccole comunità cristiane. «Inoltre i nostri seminaristi - concludono -, con il loro formatore e alcuni laici del barrio, stanno iniziando un lavoro di incontro e amicizia con la gente. Sembriamo in tanti, ma in realtà siamo molto pochi dato che la popolazione che dob- biamo attendere si aggira attorno ai 100mila abi- tanti. Di tutta questa marea umana possiamo curare solo una piccola minoranza che non va oltre il 3%. Il lavoro da fare è enorme». Tra pendenze e spazi risicati Tra i problemi che i missionari devono affrontare fin dall’inizio c’è la mancanza di mezzi di tra- sporto: solo i veicoli a doppia trazione possono superare la pendenza vertiginosa dei vicoli del Periferie urbane novembre 2021 49

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