Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2015

AGOSTO-SETTEMBRE 2015 MC 77 a cura di Mario Bandera 4 chiacchiere con « i Perdenti» 7. SAN TOMMASO MORO Tommaso Moro nacque il 7 febbraio 1477 (o 1478) a Londra da una famiglia benestante, il padre era giu- dice. In gioventù si dedicò agli studi giuridici, diven- tando avvocato. Sposatosi nel 1505, ebbe quattro fi- gli. Pur avendo un ruolo istituzionale di rilievo, con- dusse una vita ascetica in stile francescano. Rimasto vedovo nel 1511, si risposò quasi subito, accogliendo in casa la figlia della nuova sposa e, cosa nuova per quei tempi, volle che le figlie ricevessero la stessa alta educazione dei figli, dando un esempio alle fa- miglie nobili del tempo. Nel 1504 entrò alla Camera dei Comuni, ricoprendo incarichi sempre più impor- tanti e diventando sempre più conosciuto per le sue capacità e la sua integrità. Segretario personale e consigliere del re Enrico VIII, seguì il cardinale Tho- mas Wolsey (1471-1530), dal 1515 Cancelliere del Re- gno, in diverse missioni diplomatiche in Europa per favorire la pace tra i vicini litigiosi come il re di Francia e l’imperatore di Spagna e Germania e per sostenere il papa alle prese con la nascita e lo svi- luppo del potestantesimo luterano. Fu eletto Speaker nel 4° parlamento convocato da Enrico VIII nel 1523. Nel 1529, caduto in disgrazia Wosley, Moro venne nominato Lord Cancelliere del Regno d’In- ghilterra. Durante questo periodo usò tutta la sua autorità per fermare la diffusione del protestante- simo luterano. Ma dopo solo tre anni, nel 1532, resti- tuì al re l’incarico e il sigillo di Cancelliere addu- cendo motivi di salute. In realtà aveva maturato un’insanabile disaccordo con En- rico VIII circa la gestione dell’annullamento del matrimonio con la regina Caterina d’Aragona, per sposare Anna Bolena. Fedele e devoto cattolico, non concordava con le misure che il re andava prendendo per escludere ogni influenza del papa nella vita e organizzazione della Chiesa inglese. Nel 1533 si rifiutò di partecipare all’inco- ronazione di Anna Bolena come regina d’Inghilterra, facendo aumentare l’ostilità nei suoi confronti. Difesosi con successo da diverse accuse di tradimento e corru- zione, il 13 aprile 1535 gli fu richiesto di giurare fedeltà all’ Atto di Successione (che riconosceva Anna come legittima regina d’Inghilterra). Si rifiutò però di accettare un secondo documento a esso connesso: l’ Atto di Supremazia che nominava il re capo supremo della Chiesa d’Inghilterra disconoscendo il primato del papa su tutta la Chiesa. Quattro giorni dopo fu incarcerato nella Torre di Londra con l’accusa di tradimento. Durante la sua detenzione fu interrogato più volte ma non cedette né alle lusinghe né alle minacce. Il primo giorno di luglio venne condannato a morte per «avere parlato del re in modo malizioso… e diabolico» e il 6 luglio dello stesso anno fu decapitato.

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