Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2015

68 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2015 Libertà Religiosa pretazione dell’Islam indipen- dente dalla versione «ufficiale», ne fa un movimento estrema- mente interessante proprio per comprendere l’evoluzione della religione del Profeta. Tra Impero ottomano e Repubblica turca La storia del sufismo si può grosso modo suddividere in due fasi: quella dei carismatici sufi della prima ora (VIII-XII secolo) e quella della seconda ondata le- gata alle confraternite (XII-XXI secolo). Nell’arco di questa storia si può dire che l’Impero otto- mano dal XVI secolo in poi, e la Repubblica di Turchia dall’inizio del XX secolo, costituiscono degli esempi interessanti di paesi in cui il sufismo si è sviluppato in maniera estremamente capillare. Durante l’epoca ottomana, il su- fismo, attraverso le numerose confraternite musulmane, era particolarmente vivace. Le ta- rikat , o vie mistiche di realizza- zione del credente musulmano, avevano diverse provenienze e tendenze. Alcune di queste erano diffuse in molte regioni del mondo musulmano oltre che sul territorio ottomano. Altre erano invece tipicamente ottomane perché diffuse soprattutto nel territorio governato dal Sultano (ad esempio la Mevlevîyye). Con l’avvento della Repubblica turca (1923), tutti questi gruppi dovet- tero subire una grave battuta d’arresto. Nel 1925, infatti, la Grande Assemblea della giovane Repubblica decretò la chiusura di tutte le confraternite e la cessa- zione di tutte quelle pratiche spi- rituali che potevano imparen- tarsi con il sufismo. Nei primi de- Nessun’altra gioia se non nella Conoscenza tua, nessuna gioia se non nella Manifestazione tua! Colui che vive senza di Te è come un cadavere in prigione, la vita senza Te è la morte stessa! Colui che vive in te è eterno». Una liberazione che è tutta inte- riore, mistica, e conduce a con- centrare tutte le forze nel Dio Uno e Unico. Seguire un maestro per «annientarsi» in Dio Il sufismo è tuttavia un feno- meno religioso storicamente e socialmente più vasto del solo ambito mistico. Dal XII secolo a oggi, tutto il mondo musulmano ha visto il fiorire di gruppi di sufi che si riuniscono intorno a un maestro fondatore di una con- fraternita ( tarikat : vie). Due sono i principi del sufismo così come esso viene vissuto nelle confra- ternite: l’obbedienza cieca al maestro sufi e la pratica della ri- petizione del nome di Dio ( zikr ). Riguardo all’obbedienza, si po- trebbe pensare che essa sia un principio contrario a una vera li- berazione o libertà interiore, in- vece, secondo la dottrina sufi, il discepolo si dona interamente nelle mani del maestro proprio per essere condotto su una via di libertà e di «annientamento» in Dio. Sia la pratica di affidarsi completamente alla guida di un maestro che l’aspirazione all’an- nientamento in Dio solleva dei sospetti nell’Islam più «uffi- ciale», ed è una delle ragioni per cui il sufismo è stato, ed è, per- seguito dalle correnti più rigori- ste dell’Islam. Anche se lungo la storia, il sufismo ha incontrato delle opposizioni, non bisogna cedere alla tentazione di pen- sare che esso non faccia parte dell’Islam. Anzi, ne fa parte ap- pieno e in certi casi esso è addi- rittura più espressivo del mes- saggio coranico di altre forme ri- tenute più canoniche. Il sufismo e le confraternite sufi si diffondono in tutto il mondo musulmano, in tutte le regioni in cui c’è una presenza islamica. Questo è segno che esso ha una sua potenzialità di libertà ri- spetto alle forme più conosciute di Islam, come il wahhabismo e il salafismo, e infine i gruppi estremi. Il sufismo come inter- cenni della storia repubblicana, quindi, il sufismo, i dervisci e la vitalità spirituale delle tarikat vennero espulsi dall’ambito pub- blico e dalla vita sociale e confi- nati alla vita privata. Permaneva invece lo spirito sufi che impre- gnava tutti coloro che erano, prima della proibizione, legati a una spiritualità o a un cammino iniziatico. A partire dagli anni ’50 del XX secolo, cioè quando al- cune leggi del governo favori- rono la visibilità sociale dell’I- slam, anche il sufismo, attra- verso le tarikat , riprese a vivere, anche se sotto un aspetto più culturale e folcloristico. È il caso tipico dei dervisci danzanti (i Mevlevîs ): le antiche confrater- nite che avevano subito profonde trasformazioni, pote- vano, grazie alla formazione d’associazioni culturali in Tur- chia, garantire la trasmissione del loro patrimonio spirituale, ma i nuovi gruppi che s’ispirano al sufismo hanno creato nuove forme di vita, meno strutturate delle più antiche confraternite. Carsten ten Brink/Flickr.com # Pagina precedente : i dervisci danzanti. # Qui in senso orario : sufi alla tomba di Shah Rukn-e-Alam, Multan, nel Punjab, in Pakistan. | Musulmano sufi in preghiera. | Una donna sufi in pellegrinaggio alla tomba santuario di Hamed al-Nil, a Omdurman, nello stato di Khartoum, in Sudan. # Grafici : tratti dal rapporto del Pew Centre The World’s Muslims: Unity and Diversity . Saad Sarfraz Sheikh/Flickr.com

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