Missioni Consolata - Luglio 2015

ItALIA - KeNyA di MARIO BARBERO N ato nel 1875 a Palosco, in provincia di Bergamo, ma nella diocesi di Bre- scia, entrò in seminario nel 1891 e venne ordinato sacer- dote nel 1900. Interruppe lo stu- dio della teologia per il servizio militare che compì alla rocca di Anfo da febbraio 1896 a maggio 1897, dove ebbe la possibilità di collaborare col parroco don An- drea Pelizzari a iniziare l’oratorio parrocchiale e la banca rurale. Negli anni di seminario maturò il desiderio di andare missionario in Africa e durante gli esercizi spiri- tuali in preparazione all’ordina- zione sacerdotale scrisse al suo vescovo una lettera per chiedergli il permesso di realizzarlo. Il ve- scovo mons. Giacomo Corna Pel- legrini gli rispose: «Caro don Bel- lani, so del tuo grande desiderio di farti missionario. S. Carlo Borro- meo ai novelli sacerdoti che desi- deravano diventare religiosi di- PAdre ANGeLO BeLLANI, A CINquANt’ANNI dALLA MOrte DA BRESCIA A TORINO PER L’AFRICA ceva: “Pagate alla diocesi che vi ha ordinato quattro anni di servi- zio sacerdotale”. Poi sarai libero». Mandato vice parroco a Tusco- lano conobbe don Piero Grana, amico di Daniele Comboni, il grande missionario della Nigrizia. La frequentazione di don Grana intensificò in Bellani il desiderio di partire per l’Africa come Combo- niano. Missionario Ecco come padre Angelo si rac- conta: «Iniziai le pratiche e fui ac- cettato dall’allora superiore gene- rale (dei Comboniani), padre Co- lombaroli. Ormai al termine della mia ferma in diocesi e quando già avevo fatto i preparativi per rag- giungere l’Istituto che conside- ravo “mio” fui pregato dal supe- riore di rimanere ancora in aiuto del mio vescovo finché non avesse avuto un sacerdote con cui sostituirmi. Un vero colpo per me: I missionari della Consolata sono oggi sparsi in quattro conti- nenti e appartengono a venti nazionalità diverse, ma all’inizio si trattava di un piccolo gruppo di giovani tutti piemontesi che l’Allamano, nel nome della Consolata, inviò in Africa. Il primo sacerdote non piemontese a en- trare nell’Istituto fu un giovane prete ber- gamasco-bresciano, Angelo Bellani (1875-1964).

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