Missioni Consolata - Giugno 2015

A un mese dalle scadenze per la presentazione della dichiarazione dei redditi proviamo a fare il punto sul «cinque per mille» partendo dalla deliberazione della Corte dei Conti, che non risparmia critiche al meccanismo attuale. MCO Fondazione Missioni Consolata Onlus Cooperando... www.missioniconsolataonlus.it Testo di Chiara Giovetti 5x1000, LA LUNGA STRADA VERSO LA CHIAREZZA T roppi enti beneficiari e poca chiarezza su quello che davvero fanno, otto amministrazioni pubbliche coinvolte fra Agenzia delle entrate e ministeri per gestire conteggio e erogazioni dei fondi, ritardi cronici, elevati costi per le procedure, contribuenti esclusi dalla possibilità di scegliere e «scippi» da parte del governo, che trattiene una parte del denaro destinato dai contribuenti declas- sando il cinque per mille a un effettivo quattro. Sono delle vere bor- date quelle che la Corte dei Conti, la magistratura che vigila sul cor- retto uso dei fondi pubblici, riserva alla quota dell’imposta Irpef per fi- nalità di interesse sociale nella deliberazione 14/2014 dell’ottobre scorso. In essa sono riportati i risultati della richiesta di chiarimenti alle amministrazioni governative competenti chiamate in causa dalla stessa Corte, con una precedente deliberazione del 2013. Elementi di debolezza A onor del vero, una prima «correzione» fra quelle raccomandate dai magistrati contabili è stata fatta: con la legge di stabilità 2015 (articolo 1, comma 154), l’istituto del cinque per mille non è più «precario», cioè non deve essere rinnovato di anno in anno con una legge ad hoc , ma entra stabilmente nel panorama normativo italiano. Tuttavia gli «elementi di debolezza», come li definisce la Corte, sono ancora molti. A cominciare dal fatto - è il primo punto della deliberazione - che i be- neficiari sono troppi: cinquantamila fra enti di volontariato, ricerca scientifica, ricerca sanitaria, Comuni, associazioni sportive dilettantisti- che e di tutela dei beni culturali e paesaggistici. Quest’ultimo ambito presenta fra l’altro un’anomalia rispetto agli altri: chi vuole dare il pro- prio cinque per mille alla cultura non ha la possibilità di scegliere un ente riportandone il codice fiscale. Deve semplicemente limitarsi ad

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