Missioni Consolata - Giugno 2015

DAI LETTORI Cari mission@ri GIUGNO 2015 MC 5 cosa: è stato proprio questo suo modo di vo- lerci bene che ha fatto sperimentare a tutti e a ciascuno la profondità e la concretezza dell’Amo- re di Dio su di noi. Quando, due anni fa, ci ha raggiunti la notizia della sua morte, ci siamo ritrovati dove eravamo sempre stati con lui, nel- la parrocchia di Regina delle Missioni, per ricor- darlo nella preghiera, con i suoi confratelli ( nella foto qui sotto ). E, piano piano, è nata l’i- dea di ricordare padre Gianni anche in un altro modo, aiutando altri missionari che oggi, in giro per il mondo, conti- nuano a portare avanti i suoi stessi ideali, in par- ticolare quelli relativi al- la formazione dei più giovani. Ed eccoci qui, con una nostra piccola offerta che vorremmo farvi giungere, umilmen- te, nel suo nome e nel suo ricordo… amici di padre Gianni 17/04/2015 IL FASCINO DI GESÙ CRISTO Una sola piccola rettifica all’articolo sull’India, re- lativa al Kumbh Mela ( MC 4/2015, p. 53 ). Que- sto grande pellegrinag- gio si svolge ogni tre anni RICORDANDO P. GIANNI BASSO Cari amici, non siamo propriamente più ragazzi, la nostra età media si aggira sui 50 anni e più, ma è ancora forte in noi il ricordo de- gli anni della formazione. Siamo cresciuti nella parrocchia Regina delle Missioni di Torino a pochi passi dalla Casa Madre di corso Ferrucci, e i missionari e le missioni sono stati da sempre una presenza costante nei nostri pensieri e nel no- stro cuore. Ma c’è un motivo in più. Proprio nel momento più significati- vo della nostra vita, l’a- dolescenza, abbiamo a- vuto la fortuna di avere come viceparroco e quin- di come nostro principale formatore un missiona- rio davvero speciale, pa- dre Gianni Basso. Padre Gianni, nato a Quinto di Treviso nel 1946, prima da seminari- sta e poi come viceparro- co, è stato con noi alcuni anni, presenza fortissi- ma e insieme riservata. Era lì e ci accoglieva sor- ridendo, con una battuta o una frase scherzosa. Sembrava svagato, e in- vece era sempre tutto per noi, ci vedeva «den- tro», come eravamo dav- vero oltre l’esteriorità. Di ciascuno di noi ricordava tutto: vicende, aspirazio- ni, problemi, ma anche la data del compleanno, le ricorrenze che si sono via via aggiunte con gli anni. Padre Gianni c’era, ma era ugualmente pronto a «sparire», a tirarsi indie- tro, a farsi da parte per quanto era umile e schi- vo. Un merito, un suc- cesso non se lo prendeva mai, ma lo attribuiva agli altri, sempre pronto in- vece a chiedere scusa, a camminare in punta di piedi per non disturba- re… Poi il disegno di Dio l’ha portato lontano, in Brasi- le, noi sapevamo quanto lui desiderasse andare in missione e, pur immagi- nando che ci sarebbe mancato, siamo stati contenti che il suo sogno si realizzasse. Non sappiamo che cosa abbia rappresentato per le persone che ha incon- trato nei molti anni di Brasile, possiamo imma- ginarlo a partire dalla nostra esperienza. Ma sappiamo che, quando ci parlava di loro, emergeva un insieme di persone vi- ve, concrete a cui padre Gianni aveva voluto bene nello stesso modo in cui aveva amato noi: singo- larmente, a uno a uno come persone, ciascuna importantissima ai suoi occhi e nel suo cuore. E siamo convinti di una

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