Missioni Consolata - Giugno 2015

e i Khmer Krom a subire i lutti più numerosi, mentre i Cham musulmani ebbero il maggior nu- mero di morti in assoluto dopo i Khmer (90.000 vittime su una popolazione pre 1975 di 250.000 unità). Solo i tribali, considerati da Pol Pot gruppo a lui fedele tanto da scegliere le proprie guardie del corpo tra le loro file, ebbero una percentuale di morti pari a quella che colpì i Khmer: 15%. In totale, durante il regime di Pol Pot, su 7.890.000 cambogiani in vita il 17 aprile 1975, 1.671.000 morirono (21%). C’è però da notare che non tutti furono vittime dirette delle violenze dei Khmer Rossi: la maggioranza morì per affatica- mento da superlavoro, stress psicofisico, malattie, malnutrizione e denutrizione, mentre solo una parte (si stima circa 3-400.000) caddero vittime delle epurazioni. Rimpallo di responsabilità Anche il governo di Kampuchea Democratica è in- tervenuto diverse volte sulla questione delle vit- time perite durante il periodo di potere. La prima menzione fu fatta da Pol Pot stesso nel dicembre 1979, quando quattro giornalisti giapponesi eb- bero la possibilità di intervistarlo in un campo di addestramento nella giungla cambogiana. Il lea- der khmer affermò che «solo diverse migliaia di kampucheani possono essere stati uccisi a causa di qualche errore nel mettere in pratica la nostra politica di provvedere una vita decente al nostro popolo». Le accuse di milioni di morti, rivolte al suo governo da parte dei vietnamiti, vennero li- quidate come montature 5 . Subito dopo, l’11 e 12 di- cembre 1979, a una televisione statunitense, l’Abc ( American Broadcasting Corporation ), ancora Pol Pot paragonava i vietnamiti a Hitler denunciando la «guerra di genocidio» che stavano conducendo contro il popolo cambogiano: «Hitler uccise gli ebrei e quelli che si opponevano a lui. Il Vietnam uccide coloro che si oppongono al suo volere e la gente innocente che non si unisce alla sua guerra contro la Cambogia». In una terza serie di interviste, questa volta con- cesse a dei giornalisti svedesi, Pol Pot minimizzò ulteriormente il numero dei cambogiani uccisi du- rante il suo governo: «Il numero di persone morte a causa dei nostri errori fu soltanto di poche cen- tinaia». Nel 1987 il portavoce dei Khmer Rossi, Khieu Samphan, fece notare che meno di 3.000 persone morirono in Kampuchea Democratica come risul- tato degli «errori» del regime. Khieu Samphan, però non negava che durante la sua presidenza in Cambogia vi furono decine di migliaia di vittime, ma le imputava al Vietnam: secondo lui furono ben 30.000 i cambogiani uccisi da «agenti vietna- miti». 11.000 di questi infiltrati vennero poi sco- perti e giustiziati. A chi gli chiedeva giustifica- zione delle fosse comuni contenenti i resti di cen- GIUGNO 2015 MC 47 Pagina precedente : un avviso che mette i brividi: «Non cal- pestare le ossa» a Choeung Ek, un «campo della morte» ( killing field ), poco fuori della capitale cambogiana. Qui sotto : foto di alcuni prigionieri della «S-21». DOSSIER MC CAMBOGIA

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